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Premio Letterario Astrolabio 2022/23

Premio Astrolabio – “La resilienza” – bando 2020 / 21 - Ivano Mugnaini

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ASTROLABIOCULTURA

Premio Letterario

“Astrolabio 2022/23 –

Sono nata per amare”

Premio Internazionale di Poesia e Microracconti (10a Edizione del Terzo Millennio) dedicato alla memoria di Giorgio Bárberi Squarotti e Renata Giambene
presieduto e diretto da Valeria Serofilli Presidente fondatrice di AstrolabioCultura

Bando di Concorso

AstrolabioCultura, con la collaborazione dell’Editrice Ibiskos Ulivieri, Editrice di Empoli, con il Gruppo Internazionale di Lettura (Presidente fondatrice Renata Giambene), con la Libera
Accademia Galileo Galilei di Pisa e con il patrocinio della Provincia di Pisa, istituisce la decima Edizione del Concorso Letterario Astrolabio allo scopo di promuovere la parola poetica e il componimento di fantasia e al fine di evidenziare nel panorama letterario attuale opere di autori degne di attenzione.
Oltre alle “classiche” quattro sezioni a tema libero, a cui si concorre con le modalità qui sotto specificate, gli autori potranno inviare lavori ispirati al tema: “Io, nell’ordine naturale, sono nata non per odiare, ma per amare”, tratto da Sofocle, Antigone, v. 523. Le autrici e gli autori che intendono concorrere a questa sezione dovranno specificarlo all’atto dell’invio dei loro componimenti.
SEZIONI A TEMA LIBERO
Prima sezione:
Volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2010. Inviare due copie del volume di poesia. Solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’autore, assieme ad un breve curriculum biobibliografico e ad un indirizzo di posta elettronica.
Seconda sezione:
Silloge inedita (minimo 10 poesie – massimo 20) in due copie. Soltanto una delle copie dovrà recare il nome e l’indirizzo completo, comprensivo di indirizzo di posta elettronica dell’autore. È gradito un breve curriculum da allegare in busta chiusa.
Terza sezione:
Poesia singola a tema libero. Si partecipa inviando da una a tre poesie edite o inedite. È consentito inviare anche poesia già premiate in altri concorsi.
Inviare le poesie in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica.
Quarta sezione:
100 parole per un racconto, riservata a un microracconto edito o inedito. Tema: libero.
Caratteristiche del testo: Word Times New Roman corpo 12, Lunghezza: non superiore a 100 parole.
La sezione è aperta agli autori di età superiore a 16 anni.
Inviare il testo in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica.
Per inedito s’intende opera mai apparsa in volume individuale.
A partire da questa edizione, è consentito, per tutte le sezioni di concorso, anche optare per
INVIO DELLE OPERE CON POSTA ELETTRONICA.
Gli inediti, gli ebook e i PDF dei libri editi possono infatti essere inviati anche per posta elettronica al seguente indirizzo: premioastrolabio7@gmail.com
Per la partecipazione con lavori inediti è sufficiente inviare un file anonimo in formato Word .doc oppure PDF.
In un file a parte indicare le proprie generalità e i recapiti, indirizzo e posta elettronica.
I concorrenti che intendono inviare libri editi devono allegare alla mail anche un file con l’immagine di copertina, se non presente nel PDF, e specificare nel corpo della mail da quale casa editrice è stato pubblicato, o se si tratta di libro autopubblicato.
Per tutte le sezioni è inoltre richiesto l’invio, sempre nella stessa mail contenente il PDF del libro e l’immagine della copertina, della seguente
DOCUMENTAZIONE:
Scansione o fotografia chiara e ben leggibile di:
° Modulo di partecipazione compilato in ogni sua parte.
° Ricevuta di pagamento della quota di partecipazione
 
Giuria
Presidente Valeria Serofilli (Presidente fondatrice di AstrolabioCultura, poeta e critica letteraria). I Membri di Giuria saranno resi noti in sede di premiazione.
Comitato d’Onore
Pier Paolo Magnani (Assessore alla Cultura del comune di Pisa), Paolo Ruffilli( poeta). Regolamento
Le opere concorrenti, complete di copia del versamento, scheda di iscrizione (reperibile in calce al presente bando), curriculum dell’autore e breve sinossi dell’opera, vanno spedite (evitando l’invio tramite posta raccomandata) al seguente indirizzo:
Segreteria Premio Astrolabio, via Ciardi nr° 2F, 56017 Pontasserchio di San Giuliano Terme (PI)
entro e non oltre il 15 maggio 2023 (farà fede il timbro postale).
Si richiede anche l’invio telematico dei testi al seguente indirizzo di posta elettronica: premioastrolabio7@gmail.com .
Per agevolare il lavoro della Giuria, si raccomanda ai concorrenti di inviare i propri lavori prima possibile, senza attendere il periodo a ridosso della scadenza.
Possono partecipare al concorso autori italiani e stranieri con elaborati dattiloscritti in lingua italiana redatti su foglio formato A4.
È ammessa la partecipazione a più sezioni versando per ciascuna sezione il relativo contributo. Gli elaborati partecipanti al Premio non saranno restituiti.
Per i libri editi è prevista la cessione, a cura della Segreteria del Premio, di una copia dei testi alla Biblioteca Comunale della città di Pisa.
L’esito del concorso verrà comunicato ai soli vincitori e segnalati e ai concorrenti che avranno indicato il proprio indirizzo di posta elettronica.
Per ciascuna sezione inviare € 20 per rimborso spese di segreteria, da versare in contanti in busta chiusa o tramite bonifico bancario sul seguente conto:
IBAN: IT03 T 05034 14026 000000201175 intestato a Valeria Serofilli specificando nella causale “Premio Nazionale di Poesia Astrolabio 2020”.
Si prega di allegare ai lavori concorrenti la scheda di partecipazione, la liberatoria e la fotocopia dell’avvenuto pagamento.

Premi

I primi tre autori classificati verranno inseriti nell’Antologia “C’è un tempo per…” pubblicata da Ibiskos Ulivieri Editrice, con specifico riferimento al Premio Astrolabio. Riceveranno inoltre una targa con l’indicazione del riconoscimento ottenuto.
Al primo classificato di ogni sezione verrà consegnato l’Astrolabio simbolo della Libera Accademia Galileo Galilei, opera dell’artista Vittorio Minghetti.
I concorrenti premiati, inoltre, potranno essere inseriti nel Calendario degli incontri curati e promossi da Valeria Serofilli allo storico Caffè dell’Ussero, al Relais dell’Ussero della Villa di Corliano (http://www.villadicorliano.it/ ), alla libreria Blu Book di Palazzo Blu di Pisa (https://www.turismo.pisa.it/luogo/palazzo-agostini-e-caffe-dell-ussero?context=3906 ) e alla biblioteca SMS di Pisa.
Le opere degli autori premiati o segnalati potranno essere presentate da esponenti dell’Associazione Astrolabiocultura presso alcune scuole e biblioteche del comprensorio pisano.
La Segreteria di AstrolabioCultura comunicherà, a seconda dell’esito dell’attuale pandemia, le disposizioni concernenti la parte conclusiva del Concorso, i cui risultati verranno resi noti i primi di giugno.
I premi dovranno essere ritirati personalmente dai vincitori o in caso di impossibilità ritirati da un delegato.
La partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento.
La Giuria si riserva di apportare modifiche al presente bando qualora se ne presentasse la necessità.
I dati personali dei concorrenti saranno tutelati a norma della legge 675/96 sulla privacy. Alcuni degli autori delle varie sezioni, i cui testi, indipendentemente dalla classifica finale del
Premio, verranno ritenuti interessanti, originali e di pregio, saranno contattati dall’editrice Ibiskos
Ulivieri e riceveranno ulteriori vantaggiose proposte di pubblicazione.
Per eventuali informazioni e comunicazioni rivolgersi al seguente indirizzo e-mail: premioastrolabio7@gmail.com  
 
 
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MODULO A

PREMIO ASTROLABIO 2020 / 2021

Concorso Letterario

 

MODULO DI ISCRIZIONE

 

INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI LIBERATORIA PER L’UTILIZZO DELLE

 

OPERE

 

 

Il/la sottoscritto/a (cognome e nome) Nato/a                        il

Residente a                           Provincia

Via

Telefono                             email

chiede di iscriversi al concorso PREMIO ASTROLABIO

 

 

SEZIONE:

 

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con l’elaborato (specificare se si tratta di silloge, poesia o microracconto) dal titolo:

 

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Dichiara

 

di aver letto e accettato in ogni sua parte il contenuto del regolamento del concorso “PREMIO Astrolabio”di aver letto e compreso l’informativa per il trattamento dei dati sensibili, la liberatoria per l’utilizzo delle opere che presenterà e la clausola di manleva, poste a seguito del presente modulo.

Luogo_      , data Firma

INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI AI SENSI DEL D.Lgs. 196/2003

L’organizzazione del concorso si impegna all’utilizzo dei tuoi dati personali in conformità a quanto previsto dalla vigente normativa sulla privacy. In particolare l’organizzazione dichiara che:

i tuoi dati personali, raccolti con il modulo di iscrizione, potranno essere registrati su database;la comunicazione dei tuoi dati personali è indispensabile per il corretto svolgimento e gestione del concorso (raccolta ed esame dei disegni, designazione dei vincitori, aggiudicazione dei premi ecc.);il consenso al trattamento dei tuoi dati è obbligatorio, pena l’impossibilità di procedere con l’iscrizione;in qualità di iscritto al concorso potrai in qualsiasi momento:avere conferma dell’esistenza di trattamenti di dati che ti riguardano;la cancellazione dei dati trattati in violazione della Legge;l’aggiornamento, la rettifica e l’integrazione dei dati.

 

 

MANIFESTAZIONE DI CONSENSO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

Il sottoscritto (nome e cognome)

_____________________________________________________________

ha letto e compreso l’informativa resa ai sensi del D.Lgs. 196/2003 per quanto riguarda il trattamento dei propri dati personali e pertanto dichiara di:

NEGARE IL PROPRIO CONSENSO     DARE IL PROPRIO CONSENSO

 

consapevole che in mancanza del proprio consenso l’organizzazione non potrà dar corso all’accettazione dell’iscrizione.

Luogo, ___________________ data ________________________

Firma

________________________________________

LIBERATORIA PER L’UTILIZZO DELLE OPERE INVIATE/PRESENTATE AL CONCORSO

Il sottoscritto (nome e cognome)

_____________________________________________________________

 

 

consapevole che la partecipazione al concorso prevede la possibilità e/o necessità che le opere inviate vengano trattate, elaborate, stampate e/o diffuse con diversi mezzi e modalità,

comunque al solo fine di gestione e promozione del concorso stesso, autorizza la pubblicazione, diffusione e riproduzione in qualsiasi forma, nonché la conservazione in appositi archivi informatici.

Luogo, ___________________ data _________________________

Firma

________________________________________ CLAUSOLA DI MANLEVA

Il sottoscritto (nome e cognome)

_____________________________________________________________

dichiara di essere consapevole che le opere (inviate o consegnate a mano – originali e del tutto conformi al regolamento del concorso) sono affidate agli organizzatori con il solo fine di partecipare al concorso. Pertanto solleva le persone incaricate del trattamento delle proprie opere da ogni responsabilità derivante dal furto, sottrazione, distruzione, danneggiamento in

tutto o in parte dei propri elaborati, dichiarando e accettando, pena l’inammissibilità al concorso, di non avanzare pretese risarcitorie per ogni eventuale danno che le opere possano subire.

Luogo, ___________________ data _________________________

 

Firma

“Crisalidi”, di Giuliana Donzello

“Il vero viaggio della scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. La frase è di Proust, ma ben si addice al senso e alla direzione del percorso letterario di Giuliana Donzello. Lei stessa la cita, appropriatamente, nel sincero e dettagliato resoconto che mi ha inviato per descrivere le tappe che l’hanno condotta a scrivere il libro di poesie Crisalidi.
Segnalo volentieri il libro di Giuliana, e consiglio a chi leggerà questo post di dare un’attenta occhiata anche alla nota in cui l’autrice parla del suo volume. Per le informazioni che contiene, utili ad una comprensione partecipata delle tematiche e delle simbologie, ma anche per il rispetto sincero nei confronti della poesia che l’ha condotta ad avvicinarsi gradualmente al mondo dei versi, senza fretta, senza approssimazioni ed improvvisazioni.
“La crisalide è uno stato di quiescenza, in cui l’insetto completa la metamorfosi con una serie di cambiamenti morfologici che trasformano il bruco in farfalla. Il ricorso metaforico alle crisalidi del titolo doveva indicare il mio stato iniziale di poetessa. Mi sono sentita bruco, ma doveva essere benaugurante della mia metamorfosi in farfalla”, scrive la Donzello.
In un mondo caratterizzato da frettolose prosopopee, è bello osservare la solenne e progressiva sacralità di questo passaggio compiuto con la cura e l’eleganza di un rito orientale.
Il risultato è un libro maturo e consapevole, ma, per fortuna dell’autrice e dei lettori, i versi sono pervasi anche dall’immediatezza di uno stupore sincero (torna con frequenza questo aggettivo chiave perché costante è l’impressione di genuinità non forzata e non di maniera che traspare dalle pagine).
Come sempre accade in questo spazio riservato alla segnalazioni di libri, mi limito volutamente ad accennare ad alcuni punti cardine.
È giusto ed è bello che sia il lettore a scoprire i momenti in cui la crisalide muta il suo aspetto in farfalla. E il modo in cui accade, nel mondo della scrittura, è sia forma che sostanza.
Il consiglio è quello di sempre: cercare il libro, magari anche contattando l’autrice o l’editore, e leggendolo confrontare le proprie impressioni con le coordinate fornite qui succintamente, ma anche in maniera più diffusa nella prefazione che pubblico integralmente in questo stesso post.
Da parte mia, confermando il mio consiglio di lettura, e, auspicando per tutti i “dedalonauti” un favorevole ritorno alle attività dopo la pausa vacanziera, aggiungo solo un altro breve ma luminoso dettaglio tratto anche in questo caso dalla nota dell’autrice:
“Dalla memoria affiora il ricordo che consente un viaggio dalle diverse connotazioni e fedeli al dualismo di Henri Bergson sono le liriche affidate a due diverse sezioni: “presenze e desideri”, affidate ad un linguaggio volutamente più lirico; “mancanze e assenze” dove il linguaggio si fa introspettivo della realtà”.
Nel momento in cui “de-sidera” e percepisce il senso del pieno e del vuoto il bruco è già farfalla.
IM
Crisalidi, G.Donzello
Crisalidi – Nota dell’autrice 
Il libro nasce da un atto di consapevolezza. Per molti anni ho fatto della prosa poetica il mio stile, perché consideravo la poesia così alta e destinata ad essere privilegio di pochi eletti, da considerare ancora immaturo e maldestro il mio approccio. Eppure in tutto ciò che scrivevo la poesia si rivelava. Determinante per me è stato il percepire imminente e necessario un mutamento.
La crisalide è uno stato di quiescenza, in cui l’insetto completa la metamorfosi con una serie di cambiamenti morfologici che trasformano il “bruco” in farfalla. Il ricorso metaforico alle “crisalidi” del titolo doveva indicare il mio stato “iniziale” di poetessa. Mi sono sentita “bruco”, ma doveva essere benaugurante della mia metamorfosi in “farfalla”.
Per scelta i testi sono brevi ed essenziali, risultato di un lavoro di limatura condotto soprattutto sul ritmo, le sonorità delle parole e le immagini a cui esse aprono attraverso l’uso delle metafore, lasciando al lettore libertà di lettura e di immedesimazione. Sullo sfondo della ricerca c’è sempre il rapporto tra la realtà dello spirito e la realtà della materia, come insegna Bergson.

Continua la lettura di “Crisalidi”, di Giuliana Donzello

Verso un altrove – recensione con intervista

Verso un Altrove

Cristina Lastri Verso un Altrove, Le Mezzalane, 2019

Recensione di Ivano Mugnaini
 
“In sana sommossa / verso l’isola che forse c’è”, scrive Cristina Lastri in una delle liriche di questo suo recente libro. I versi ci indicano una strada fatta di rettilinei e di curve oltre cui bisogna trovare il coraggio di andare. La sommossa, innanzitutto, è un momento di svolta, un deliberato scarto; ma il vocabolo si integra con quell’aggettivo “sana” fino a costituire un binomio inscindibile, un tutt’uno. La natura dell’aggettivo non modifica la forza e la schiettezza della rivolta. Anzi, semmai la rafforza. Una vera sommossa nasce da radici salde, dall’esperienza delle cose viste e percepite, perfino dagli errori, dagli sbagli di valutazione. Solo con quel bagaglio di esperienze si può intraprendere il viaggio verso la meta auspicata, quell’isola che, ribaltando un noto riferimento letterario, in questo caso c’è, esiste. Il libro è la sintesi dettagliata di un viaggio, un tragitto che, come ci indica il titolo, ci porta lontano.
Come ha sottolineato Cristina Lastri nell’intervista per la rubrica A TU PER TU, il timone idealmente è rivolto verso “un altrove”, non verso l’Altrove indistinto e assoluto.  Il cammino personale dell’autrice si estrinseca in varie “tappe” all’interno di questo libro.  Si può rilevare una prima forma di “evoluzione”, un mutamento di prospettiva, sia cronologico che “visivo”, per così dire, un differente punto di vista: “La sete di conoscenza mi ha permesso di emergere da una sorta di eremitaggio introspettivo e di rivolgere lo sguardo oltre, verso un fuori da sé”.  
        Il materiale di base con cui costruire l’imbarcazione per raggiungere l’auspicata isola è la conoscenza, ottenuta tramite la passione per i libri e per tutto ciò che arricchisce il bagaglio personale, non di nozioni ma di empatia, per il mondo, per il bene e il male, per i chiaroscuri la cui accettazione può condurre al prezioso senso dell’armonia con il cosmo. L’abbandono dell’eremitaggio permette di estendere il campo visivo e di favorire l’uscita da sé, ossia l’acquisizione di una dimensione interiore altra, situata in un altrove che più che un punto fermo è un processo graduale e costante di “simpatizzazione” con il mondo.
 La cura può avere luogo nel momento in cui la mente e il corpo dialogano sulle stesse frequenze e sulla stessa lunghezza d’onda. Non è un caso che a volte il solo modo di accelerare il passo, sul piano poetico e non solo, sia quello di rallentarlo, e non è un caso che questo libro faccia riferimento esplicito e costante alla pratica dello zen, alle strade che conducono a percorsi zen utili al perdersi e al ritrovarsi.

Continua la lettura di Verso un altrove – recensione con intervista

Premio Astrolabio – “La resilienza” – bando 2020 / 21

Ricevo da AstrolabioCultura e dalla segreteria del Premio Astrolabio il bando di concorso dell’edizione 2020 / 2021 del concorso, a cui è stato aggiunto come “sottotitolo” la definizione, in parte apotropaica, “la resilienza”.
In effetti vedere che gli appuntamenti, anche letterari, proseguono e proseguiranno è sempre gratificante.
Pubblico qui di seguito il bando per le autrici e gli autori interessati .
Con l’auspicio che anche questa edizione del Premio pisano possa essere un’ulteriore occasione di dialogo, di lettura reciproca e di incontro, magari anche di persona, vis à vis.
Maggiori informazioni sul Premio possono essere eventualmente richieste  a: premioastrolabio7@gmail.com .
Buona partecipazione a chi vorrà.
Buona lettura e buona scrittura a tutti, IM
 
astro 1Assessorato alla Cultura del Comune di Pisa

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Incontri letterari al Caffè Storico dell’Ussero

astro 3

Incontri letterari al Relais dell’Ussero di Villa di Corliano

astro 4

astro 5

 

ASTROLABIOCULTURA

Concorso Letterario “Astrolabio 2020”

LA RESILIENZA

 

Premio Internazionale di Poesia e Microracconti
(9a Edizione del Terzo Millennio)
dedicato alla memoria di Giorgio Bárberi Squarotti e Renata Giambene 

presieduto e diretto da Valeria Serofilli

Presidente fondatrice di AstrolabioCultura

 

                                    Bando di Concorso

 

AstrolabioCultura, in collaborazione con Ibiskos Ulivieri, Editrice di Empoli, con il Gruppo Internazionale di Lettura (Presidente fondatrice Renata Giambene), con la Libera Accademia Galileo Galilei di Pisa e con il patrocinio della Provincia di Pisa, istituisce la nona Edizione del Concorso Letterario Astrolabio allo scopo di promuovere la parola poetica e il componimento di fantasia e al fine di evidenziare nel panorama letterario attuale opere di autori degne di attenzione.

 

Oltre alle “classiche” quattro sezioni a tema libero, a cui si concorre con le modalità qui sotto specificate, gli autori potranno inviare lavori ispirati al tema “la resilienza” (argomento di stringente attualità che si è deciso di ricordare quest’anno in qualità di “titolo aggiuntivo” del Premio). Le autrici e gli autori che intendono concorrere a questa sezione dovranno specificarlo all’atto dell’invio dei loro componimenti.

 

SEZIONI A TEMA LIBERO

 

Prima sezione:

Volume edito di poesia per un’opera in versi pubblicata a partire dal 2010. Inviare due copie del volume di poesia. Solo una delle copie dovrà recare i dati completi dell’autore, assieme ad un breve curriculum biobibliografico e ad un indirizzo di posta elettronica.

 

Seconda sezione:

Silloge inedita (minimo 10 poesie – massimo 20) in due copie. Soltanto una delle copie dovrà recare il nome e l’indirizzo completo, comprensivo di indirizzo di posta elettronica dell’autore. È gradito un breve curriculum da allegare in busta chiusa.

 

Terza sezione:

Poesia singola a tema libero. Si partecipa inviando da una a tre poesie edite o inedite. È consentito inviare anche poesia già premiate in altri concorsi.

Inviare le poesie in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica.

 

Quarta sezione:

100 parole per un racconto, riservata a un microracconto edito o inedito.

Tema: libero.

Caratteristiche del testo: Word Times New Roman corpo 12, Lunghezza: non superiore a 100 parole.

La sezione è aperta agli autori di età superiore a 16 anni.

Inviare il testo in 2 copie di cui solo una dovrà recare i dati completi dell’autore, un breve curriculum e un indirizzo di posta elettronica.

 

Per inedito s’intende opera mai apparsa in volume individuale.

 

Giuria

 

Presidente Valeria Serofilli (Presidente fondatrice di AstrolabioCultura, poeta e critica letteraria).

I Membri di Giuria saranno resi noti in sede di premiazione.

 

Comitato d’Onore

Pier Paolo Magnani (Assessore alla Cultura del comune di Pisa), Paolo Ruffilli( poeta).

 

 

Regolamento

 

  • Le opere concorrenti, complete di copia del versamento, scheda di iscrizione (reperibile in calce al presente bando), curriculum dell’autore e breve sinossi dell’opera, vanno spedite (evitando l’invio tramite posta raccomandata) al seguente indirizzo:

Segreteria Premio Astrolabio, via Ciardi nr° 2F, 56017 Pontasserchio di San Giuliano Terme (PI) entro e non oltre il 30 aprile 2021 (farà fede il timbro postale).

Si richiede anche l’invio telematico dei testi al seguente indirizzo di posta elettronica: premioastrolabio7@gmail.com.

 

  • Per agevolare il lavoro della Giuria, si raccomanda ai concorrenti di inviare i propri lavori prima possibile, senza attendere il periodo a ridosso della scadenza.

 

  • Possono partecipare al concorso autori italiani e stranieri con elaborati dattiloscritti in lingua italiana redatti su foglio formato A4.

 

  • È ammessa la partecipazione a più sezioni versando per ciascuna sezione il relativo contributo.

 

Gli elaborati partecipanti al Premio non saranno restituiti.

Per i libri editi è prevista la cessione, a cura della Segreteria del Premio, di una copia dei testi alla Biblioteca Comunale della città di Pisa.

L’esito del concorso verrà comunicato ai soli vincitori e segnalati e ai concorrenti che avranno indicato il proprio indirizzo di posta elettronica.

 

Per ciascuna sezione inviare € 20 per rimborso spese di segreteria, da versare in contanti in busta chiusa o tramite bonifico bancario sul seguente conto:

IBAN: IT03 T 05034 14026 000000201175 intestato a Valeria Serofilli specificando nella causale “Premio Nazionale di Poesia Astrolabio 2020”.

Si prega di allegare ai lavori concorrenti la scheda di partecipazione, la liberatoria e la fotocopia dell’avvenuto pagamento.

 

Premi

 

I primi tre autori classificati in ciascuna delle Sezioni del Premio entreranno di diritto nella Collana ASTROLABIO pubblicata da  Ibiskos Ulivieri Editrice .

Sul volume sarà apposta la dicitura “Vincitori del Premio Astrolabio 2020 /2021”.

Al primo  classificato di ogni sezione verrà consegnato l’ Astrolabio simbolo della Libera Accademia Galileo Galilei, opera dell’artista Vittorio Minghetti.

Sui lavori classificati al secondo posto della prima seconda e terza sezione, verrà realizzato uno storyboard con grafica a cura dall’attrice Francesca Stangoni.

I concorrenti premiati, inoltre, potranno essere inseriti nel Calendario degli incontri allo storico Caffè dell’Ussero, al Relais dell’Ussero della Villa di Corliano (http://www.villadicorliano.it/)e alla libreria Blu Book di Palazzo Blu di Pisa (https://www.turismo.pisa.it/luogo/palazzo-agostini-e-caffe-dell-ussero?context=3906) curati e promossi da Valeria Serofilli.

Le opere degli autori premiati o segnalati potranno essere presentate da esponenti dell’Associazione Astrolabiocultura o presso alcune scuole del comprensorio pisano.

Continua la lettura di Premio Astrolabio – “La resilienza” – bando 2020 / 21

Ostinate morfeologie

Il presente articolo nasce dalla presentazione congiunta dei libri Ostinato di Cinzia Della Ciana e Morfeologie di Stefano Taccone che ha avuto luogo il 22 novembre scorso alla Libreria Blu Book di Pisa nell’ambito del ciclo di Incontri “Autori allo Specchio” proposti dall’Associazione AstrolabioCultura diretta da Valeria Serofilli.
Sono stato invitato in qualità di “curioso ponente domande” in quanto conosco e stimo da tempo entrambi gli autori, di cui ho già letto vari libri scrivendo in proposito anche qualche mia impressione di lettura.
In questo articolo propongo alcune delle domande poste agli autori da me e da Valeria Serofilli corredate dalle risposte degli autori.
Aggiungo in calce a ciascun “dialogo” anche una mia nota (musicale, spero, in assonanza) ai due libri presentati, ciascuno (per via diverse ma per molti versi convergenti) originali e interessanti.
Buona lettura a chi vorrà.
 IM 
 
L'immagine può contenere: testo
 
 DOMANDE A CINZIA DELLA CIANA
RIGUARDO A OSTINATO
 
Domande di Ivano Mugnaini
 
  1. Ostinato è un titolo perentorio e accattivante. Ce ne puoi spiegare l’origine? Si tratta di un parto immediato, per così dire, o è stato gradualmente concordato con l’editore e i tuoi collaboratori?
1) “Ostinato” è un titolo ambiguo, gioca sull’ambivalenza lessicale perché, se da una parte rimanda alla tenacia dello star fermo, dall’altra si muove nella musica per consentire il ricamo della melodia.
Ostinato porta un sottotitolo: “suite in versi”, proprio per indicare che è una vera e propria suite musicale e come tale ho orchestrato la sua architettura. Una sequenza di movimenti ciascuno con la propria andatura e la propria tonalità, con tanto di agogica. La sua particolarità è che è una partitura senza note, le parole e il loro combinarsi in versi la melodia. Sono arrivata a questo particolare parto grazie alla mia formazione pianistica che mi ha suggerito l’impostazione. La massa di liriche che avevo raccolto in quasi due anni di produzione è stata scremata, selezionata e organizzata in un piano d’opera che nel titolo voleva richiamare il cd. “basso continuo” della musica barocca.
 
 
2) Con questo tuo libro prosegue il tuo progetto, notevolmente interessante, di unire e fare interagire, in una specie di possente “cortocircuito”, parole e note, scrittura e musica. Da cosa trae origine questo abbinamento e quali sono le difficoltà che comporta e i vantaggi, le sensazioni più appaganti che dona l’accostamento tra i due ambiti espressivi?
2) Certo il libro è un ulteriore passo dopo “Passi sui sassi” di cui rappresenta la continuità, ma anche l’evoluzione. Qui, in “Ostinato”, la “musicalità” aspira a diventare “musica”, qui è il significante sonoro a condurre il tema senza tralasciare il materiale del significato.
Insomma il mio motto “del suonar colle parole”, già coniato ai tempi dei miei primi racconti, è ostinatamente perseguito. Il mio modo di far poesia è cercare suono e ritmo nella combinazione delle parole, anche di nuovo conio, senza vergogna di metrica (se viene), di rime interne, allitterazioni, assonanze, enjambement, insomma follie audaci che debbono diversificare il genere poesia da quello prosa/narrativa. Il verso esiste in modo preciso e non perché si va a capo a caso o perché è “finito l’inchiostro”. La poesia che suona dovrebbe essere come la musica, arrivare di per sé, significare (al di là del significato) con la suggestione di certi stridori o di consonanti fonemi, per consentire “dopo” di andare a ripescare il senso con un lavoro di ri-lettura che consenta di apprezzare il peso e il senso della parola “distillata”.
 
3) Come si colloca Ostinato nell’ambito della tua produzione, rispetto ai libri che hai già all’attivo e a quelli che, eventualmente, hai già in mente e in cantiere?
3) Ostinato è uno dei miei figli, li si ama tutti e insieme sono e saranno la mia famiglia. Una famiglia composita perché sono ambidestra, non scrivo solo di poesia, ma anche di prosa. E ritengo che le due forme si debbano alimentare a vicenda in un allenamento costante, ovvero “ostinato”.
 

Domande di Valeria Serofilli

1) Qual è la tua ‘attuale’ spiegazione/definizione di poesia?
1)Riuscire a distillare emozioni con parole che suonano.
 
2) Quali i poeti (e, più in generale, gli autori) significativi per la tua formazione?
2) Dante sopra tutti, di un’attualità e vigore sconvolgente. Al suo cospetto ogni cosa si scolora. Per i poeti contemporanei non riesco a prescindere da Ungaretti e Montale, pilastri mai superati.
 
3) Oggigiorno, qual è a tuo avviso l’incarico della poesia?
 3)La poesia va “predicata” come dico io, fatta uscire dalle stanze dei poeti e divulgata per far riscoprire come il canto sia stata la prima forma espressiva e come il valore della parola, anche quella colta, vada coltivato, specie in una lingua così ricca e articolata qual è quella italiana.
 
*******
 

NOTA di Ivano Mugnaini

al libro di Cinzia Della Ciana.

Le risposte di Cinzia sono già di per sé in grado di fornire adeguatamente il tono l’atmosfera del libro e ben riflettono la sua capacità di alternare vivacità e riflessione. Alla verve del dire fa da sottofondo l’”ostinato” costante, il contrappunto del ragionamento, che in ogni caso non stempera e non spegne la passione e l’entusiasmo del dire, del manifestare meraviglie, viste, immaginate e riproposte, tramite una composizione attenta, alla ricerca di un ritmo che somigli all’originale senza esserne copia conforme, diventando sublimazione, accordo complesso e misterioso che racchiude la chiave della bellezza.
 “Ostinato”, che già nell’aspetto della copertina richiama i colori e le forme della più nota e storica casa musicale italiana, è arricchito dalle annotazioni a margine (sincroniche e affini) di Roberto Vacca e dalla postfazione sentita e appassionata di Franco Di Carlo. La lettura diretta del libro (chi era presente alla presentazione a Pisa ha potuto ascoltarlo anche dalla “esucuzione” dell’autrice stessa) riflettono quanto Cinzia ha dichiarato nelle risposte qui sopra riportate: “La poesia che suona dovrebbe essere come la musica, arrivare di per sé, significare (al di là del significato) con la suggestione di certi stridori o di consonanti fonemi, per consentire “dopo” di andare a ripescare il senso con un lavoro di ri-lettura che consenta di apprezzare il peso e il senso della parola “distillata”.
La sensazione personale ricavata dall’ascolto e dalla lettura del libro è quella di un progetto condotto con sincera dedizione, privo di funambolismi esibizionistici. La meta è il viaggio in sé e per sé, un divenire costante. L’autrice si fa ponte tra forme espressive, mira a rendere le sinestesie percepibili con orecchie, cuore e mente, con quella capacità-necessità squisitamente umana (ma forse universale) di cercare il ritmo, di farsi ritmo, fino al punto, magicamente semplice e complessissimo, sicuramente fertile, in cui il battere individuale, l’ostinato autonomo e incessante di ciascun essere coincide con un codice impalpabile eppure esistente, quasi uno Stargate ideale, che, senza farci apparentemente muovere di un solo millimetro ci conduce distante milioni di anni luce, oppure ci sposta di quel tanto che basta per farci (ri)trovare ciò che realmente siamo.
L’esplorazione del mondo di Cinzia Della Ciana, fatta sui Sassi e su terreni invisibili ma solidi e percepibili, prosegue coerente con questo libro che aggiunge un ulteriore capitolo alla sua produzione e al suo cammino nelle terre, nelle città, nelle opere d’arte e della natura, nei punti di snodo e di confine. Viaggia, Cinzia, sia sul foglio che sulle strade. Lo scopo è quello di diffondere poesia. Come una musica, anch’essa universale. E, come la musica, anche la poesia una volta uscita dalle stanze “ufficiali” si diffonde, si innesta, si ibrida, diventa, anzi torna ad essere, “cantabile”.
 IM
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DOMANDE A STEFANO TACCONE

RIGUARDO A MORFEOLOGIE

Domande di Ivano Mugnaini

 
  1. «Esiste un tipo di narrativa che, sul modello della filosofia, ma anche della musica e di altri ambiti artistici che mettono in connessione la ragione e l’immaginazione, esplora le zone di confine e si nutre di contrasti, ambivalenze e ossimori oggettivi e concettuali, in seguito ristrutturati e restituiti, mutati, trasformati nel senso e nell’essenza». Partirei da questa frase che ho avuto modo di scrivere per il tuo libro precedente, Sogniloqui, per sottolineare quanto, in questa presentazione, tutto significativamente converga. Il riferimento alla musica ci riporta al libro di Cinzia e il riferimento al tuo libro precedente crea un ulteriore fil rouge.
         Fatta questa premessa, vorrei chiederti quali elementi di continuità ci sono tra Sogniloqui e Morfeologie e quali sono invece i tratti distintivi?
 
1) Credo che la continuità, a conti fatti, prevalga. Entrambi raccolgono dodici brevi racconti. Entrambi tentano di elaborare un tipo di scrittura narrativa che si appropria delle strutture linguistiche del sogno, delle dinamiche incongrue in cui il sognatore inciampa. Il significato dei titoli è pressoché lo stesso, benché muti il significante. Anche attraverso le immagini delle copertine, del resto, ho inteso rimarcare questo legame: su ciascuna di esse è riprodotta un’opera della mia amica artista Rose Selavy. Tratti distintivi? I racconti del primo volume sono molto più fedeli ai sogni che effettivamente ho concepito, benché anche lì vi siano inserti di fantasia da sveglio. Quelli del secondo volume invece pure partono da suggestioni oniriche, ma nella maggior parte dei casi hanno conosciuto una rielaborazione molto maggiore nello stato di coscienza. Inoltre il titolo di quest’ultimo si richiama esplicitamente a Morfeo, il dio greco dei sogni e del sonno. Il suo nome deriva però da μορφή, che in greco antico significa forma. Con un titolo come Morfeologie ho pertanto inteso suggerire la presenza di una struttura più chiara e definita, un po’ meno fluida rispetto a Sogniloqui.
 
2) È interessante, e personalmente lo apprezzo in quanto anch’io lo “esercito”, il tuo utilizzo della forma letteraria del racconto. Cosa ti ha spinto a scegliere il racconto? Lo trovi particolarmente adatto al tuo stile e alle tematiche a te care?
 
2) Tutto è partito, come accennavo, dalle trascrizioni dei miei sogni, nei quali trovavo un embrione di interesse “letterario”. Dopo averli trascritti, li inviavo a pochi intimi per la pura curiosità di ascoltare le loro impressioni. La stessa circostanza per cui tutto è partito dai sogni ha determinato senza dubbio la scelta della forma racconto. I sogni sono brevi e plurali. Certo da un solo sogno si può tranquillamente sviluppare anche un romanzo, tuttavia ciò richiederebbe un lungo lavoro di rielaborazione. Probabilmente un lavoro di questo tipo non mi era allora affatto congeniale. Chissà, forse adesso lo sarebbe un po’ di più. In generale però mi sento legato ad una poetica del frammento. Se dovessi scrivere un romanzo penso che somiglierebbe piuttosto ad una somma di piccoli episodi, anche minimi. Non mi interessano i lunghi intrecci. Può darsi che non mi interessino perché non ne sono capace, ma anche viceversa, o ancora sia l’uno che l’altro.
 
3) La sintesi, una “sapida stringatezza” la definirei, ti è propria. So che hai in cantiere un libro di poesie. Quali analogie, anche a livello di temi, di tono e di approccio, hai riscontrato in fase di scrittura dei tuoi versi con la tua narrativa e quali invece sono le caratteristiche specifiche della tua poesia?
 
3) Qui c’è da formulare una premessa. Il primo nucleo della raccolta di poesie che pubblicherò di qui a poco risale addirittura al 2014, quindi precede persino, anche se non di moltissimo, la genesi di Sogniloqui – ho cominciato a trascrivere i primi sogni a metà 2015; non prima. Partiamo dai temi, sui quali è più facile rispondere! Senz’altro riemergono le questioni che più mi stanno a cuore e peraltro – tanto nella narrativa, quanto nella poesia – non sempre e non tanto appaiono nella loro “purezza”, ma in intrecci inestricabili: quelle legate alla mia sensibilità politica vicina all’ecosocialismo o alla mia spiritualità cristiana; le questioni della produzione artistica stessa, il suo rapporto con la vita, e lo specifico problema del visibile tra arte tout court e dimensione estetica. Più in generale forse a monte di tutto vi è una condizione di disadattamento al mondo – lo stesso titolo della raccolta di poesie che verrà è molto eloquente in tal senso -, una condizione che guarda caso accomuna l’artista, l’anticapitalista e il cristiano. Anche le poesie sono poi per lo più molto brevi, “epigrammatiche” le hai definite tu stesso, e questo potrebbe corrispondere alla mia predilezione per il racconto. Spesso forse somigliano un po’ alle tipiche domande o osservazioni che – molti hanno notato – pongo a margine delle mie narrazioni. È vero che nel primo volume de I Blu Books a cura di Valeria Serofilli – che ha rappresentato il mio autentico esordio nella scrittura in versi – compaiono invece tre poesie assai più lunghe, forse definibili più propriamente poemetti. Tuttavia, sia per il piglio fortemente narrativo – qualcuno, avendole lette prima che le pubblicassi, mi ha confidato che gli richiamavano i modi tipici di Elio Pagliarani -, sia per la stessa lunghezza – lunghe rispetto alle poesie presenti nella mia raccolta in corso di pubblicazione, ma sempre e comunque più vicine alla misura di un racconto che di un romanzo –, ancora una volta la prossimità con la mia prosa narrativa è confermata. Per approfondire le caratteristiche specifiche della mia poesia, invece, magari attendiamo l’uscita del libro…
 
4) Una domanda di carattere più generico, o meglio una curiosità: hai scritto e pubblicato fin dal 2010 libri di carattere scientifico e saggistico. I due libri di racconti che abbiamo citato sono relativamente recenti ma ti hanno permesso, anche grazie a molte e apprezzate presentazioni in varie città, di “esplorare” il mondo della scrittura letteraria. Quali considerazioni faresti sulla differenza tra i due ambiti, quello “scientifico” e “letterario”, e quali consideri i punti di forza e i difetti di ciascun settore?
 
4) Rispondere ad una domanda del genere mi pare, di primo acchito, difficilissimo, anche perché naturalmente l’ambito della scrittura scientifica e saggistica è molto vasto e sfaccettato, e sarebbe più proprio parlare di un insieme di ambiti. Già, ad esempio, quello della scrittura sulle arti visive del XX-XXI secolo è molto diverso da quello della scrittura sull’arte rinascimentale o barocca, che naturalmente sarà molto diverso da quello della scrittura sull’arte medioevale che si ripartirà a sua volta in altomedioevale e bassomedioevale, per non parlare della scrittura sull’arte dell’antichità che non è solo e tanto appannaggio degli storici dell’arte quanto degli archeologi… Il confronto che posso provare a delineare in sintesi è pertanto quello tra l’ambito della scrittura sulle arti visive del XX-XXI secolo – quella che principalmente pratico – e quello della scrittura letteraria, accomunate dal lambire un arco temporale più o meno simile. Una prima considerazione che mi sovviene, anche in quanto soggetto che si è occupato non poco delle avanguardie artistiche, è che queste ultime mi pare abbiano trasformato in maniera più radicale la produzione artistica visiva che quella letteraria. È vero che il fallimento dell’avanguardia come superamento dei confini tra arte e vita è stato generale – e non poteva essere altrimenti, dato il carattere totale della sfida che essa ha posto -, tuttavia la mia impressione – ma è un’affermazione che va presa con tutta la cautela del caso, considerando che conosco molto meglio la storia delle arti visive del XX-XXI secolo piuttosto che quella della letteratura del medesimo periodo – è che se dopo un Marcel Duchamp o un Kazimir Malevič i linguaggi delle arti visive hanno conosciuto uno sconvolgimento irreversibile, ciò non è avvenuto con altrettanta pregnanza nel campo della letteratura dopo un Tristan Tzara o un James Joyce. La tua domanda era però sull’ambito inteso probabilmente come ambiente, come mondo. Che dire ancora dunque? Magari qualcosa sul pubblico. In entrambi i casi parliamo di un pubblico di nicchia. Quando nell’ambito della ricerca storico-artistica si eccede la nicchia è sempre più difficile che non si tratti di altro che di pseudo-divulgazione pop e quindi non di ricerca scientifica vera e propria. Lo stesso discorso vale – e credo tu possa convenire – per la letteratura: sempre più difficile ormai trovare sperimentazione in un romanzo bestseller. Se invece dovessi rilevare una differenza, forse tra le più interessanti menzionerei la circostanza per cui nell’ambito delle arti visive vi è tutto sommato una divisione ancora netta – anche se negli ultimi tempi si sta allentando – tra colui che scrive di arti visive e colui che produce, mentre nell’ambito della letteratura non esiste – credo non sia mai esistito – un tale intervallo tra commentatore e produttore. Una delle ragioni va senz’altro ricercata nel fatto che la letteratura e la critica letteraria si avvalgono del medesimo medium; le arti visive e la critica d’arte – ammesso e non concesso che ancora esista una critica d’arte – si esprimono invece attraverso media differenti. È meglio ciò che avviene in un ambito o ciò che avviene nell’altro? Dipende…
 
Domande di Valeria Serofilli
 
  1. Qual è, nell’arco della giornata, il momento ideale per dedicarsi alla poesia (o, più genericamente alla scrittura)?
 
1) Dipende anche dal genere di scrittura. Ci sono momenti in cui la parola poetica – o almeno quella che tu senti tale in quel momento – pare sgorgare spontanea dal tuo cervello e dal tuo cuore, persino indesiderata… Vorresti – dovresti! – appuntarla da qualche parte per non lasciarla “evaporare”, ma magari sei in un pullman stipato come una sardina in scatola oppure devi fare lezione sull’architettura megalitica – prendo esempi tratti dalla mia vita, ma ognuno può tranquillamente sostituire ai miei quelli propri della sua… – e quindi rischi di perdere per sempre versi che hai concepito e che magari per qualche giorno ti sembreranno straordinari… D’altra parte, anche quando riesci a trovare un angolino in pullman per scrivere di getto quello che all’improvviso ti è balenato nella mente, il tutto richiede in seguito una revisione a posteriori – almeno per quanto mi riguarda. Una revisione che può protrarsi anche per anni… Anche per i racconti è un po’ così, benché essendo per essi l’uso di singole parole meno importante dello sviluppo narrativo ed essendo i nuclei della mia narrazione molto esili, è più facile memorizzarli e quindi trascriverli quando si ha tempo. Per quanto riguarda la scrittura saggistica è diverso. Certo anche in quell’ambito ci sono momenti di aridità e momenti di grande “furore creativo”, tuttavia essa è senz’altro meno dipendente dagli umori del momento. Su questo terreno per me è fondamentale la lucidità mentale e quindi – in altre parole – l’aver riposato bene!
 
2) Quali sono le tue fonti d’ispirazione e quali eventi recenti hanno maggiormente orientato la tua produzione attuale?
Sicuramente in me c’è una forte sensibilità per il politico, inteso nel senso più alto del termine, ma anche la consapevolezza di quell’ormai antico slogan che vuole che non ci sia distinzione tra politico e personale. Tanto i miei racconti quanto le mie poesie assorbono molto gli umori e le tendenze di quest’epoca, benché esse si vadano ad innestare su una memoria che – a costo di apparire presuntuoso – definirei tutt’altro che liquida. Non mi piacciono le pulsioni xenofobe che crescono tra Europa e America, ma non mi piace neanche l’opposizione conformista ed acritica a tutto ciò. Credo che l’esistenza dell’uomo sul pianeta sia seriamente minacciata e che ci sia ancora ben poco tempo per rimediare, ma l’odierna sensibilità ecologica che riempie la bocca di molti è spesso superficiale e poco informata. Da qui il mio senso di solitudine rispetto alla bipolarizzazione dell’opinione pubblica, che ha a che fare più col tifo da stadio che con ciò che veramente si sperimenta sulla propria pelle. Viviamo in un’epoca di enormi confusioni, di schizofrenia condotta all’estremo. «Guai a chi ha memoria lunga!», avvertiva il compianto Zygmunt Bauman una decina di anni fa. Ecco, tali discorsi probabilmente rappresentano il “controluce” della mia produzione.
 
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FORME DEL NARRARE E DEL PENSARE.

Considerazioni di Ivano Mugnaini

 su MORFEOLOGIE di Stefano Taccone

 
Come già ho accennato, ho avuto modo di scrivere di Sogniloqui, il libro di racconti di Stefano Taccone che ha preceduto Morfeologie. Il fil rouge tra i due libri sussiste e si manifesta sia a livello di tematiche che di ispirazione, di linguaggio, di approcci e di metodiche narrative. Taccone percorre la realtà che lo circonda, quella dei luoghi in cui vive e lavora con un passo attento, senza mai pretendere di cogliere verità assolute né di sapere o potere dare ricette e indicare strumenti e formule che possano servire da cartina di tornasole o da panecea. Azzarderei una specie di definizione ossimorica dell’approccio di Taccone al narrare, al ritrarre ciò che vede e pensa attraverso le parole: “disincanto militante”.
Ciò non equivale né a menefreghismo, né a resa, né a una sorta di compiacimento nel ritrarre la catastrofe attuale o prossima ventura. Si tratta semmai di un impegno conscio, consapevole delle difficoltà, e, in una certa misura, anche di certe ataviche tendenze dell’uomo (inteso come genere umano) all’autolesionismo. Sventato magari all’ultimo istante da un caso o da una residua scintilla di ragione o di coscienza o dall’istinto di sopravvivenza. O magari da un caso benevolo.
Il destino è forte, fortissimo è il caso, dicevano, o cantavano, le antiche tribù.
Una delle impressioni che ho ricavato, sia leggendo i libri di Taccone (quelli di narrativa a cui si è fatto cenno ma anche i versi dei Blu Book e della silloge di prossima uscita dal titolo Alienità) è che l’autore possieda una cultura ampia e salda che tuttavia non sfoggia come un vestito elegante e alla moda e non la rende oggetto di idolatria. Sa che la cultura è fonte di nutrimento, serve a rischiarare più possibile gli angoli e gli spigoli appuntiti dell’esistenza, aiutando, quando può, a schivarli o magari a comprendere il motivo per cui non sono schivabili. Ma la sola certezza è il dubbio, come è giusto che sia, e anche la cultura non risolve, non è abile e acuta abbastanza per districare i nodi della vita, del destino, dell’indicibile e del non razionalizzabile.
Una delle distinzioni che Taccone ha evidenziato con più nitidezza ed energia, sia nella presentazione pisana che nel libro è quella tra “etica” e “morale”. Il mondo si sfalda, letteralmente e metaforicamente. Ma la scelta della via giusta, o comunque salvifica, non può essere imposta. Deve essere il frutto di una decisione e di un’azione consapevole e individuale che, nel momento in cui diventa collettiva, può anche salvare, sia la singola persona che quell’insieme più vasto chiamato “umanità”.
Taccone, nei suoi racconti, nelle forme, concrete ed oniriche, che sceglie di narrare, sulla base della sua osservazione, della sua memoria e della sua immaginazione, ci propone mondi reali e mondi possibili. E, senza mai pontificare, senza pretendere di convincerci o di mostrarci soluzioni univoche, ci illustra, tramite l’ironia, alcuni esiti possibili. Crea scenari verosimili o apparentemente improbabili, distopie e ipotesi di realtà. I suoi “luoghi” del vivere e del pensare sono comunque sempre in grado di farsi metafora che ci induce a pensare, a mettere a confronto quei mondi immaginari con le dimensioni del cosiddetto reale.
E il disincanto si fa esercizio di fantasia che non è aliena alla ragione e forse perfino alla verità.
IM
 

ELOGIO ALLA FOLLIA – scadenza prorogata al 30 aprile


ELOGIO ALLA FOLLIA

per poesie e racconti a tema libero

CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE

Prima edizione

scadenza prorogata al 30 aprile 2018

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Il presente concorso si ispira al nome dell’Editrice Divinafollia, che pubblicherà in volume gli elaborati vincitori.

Se avete nel famoso cassetto (o anche altrove) uno scritto che avete sempre tenuto in disparte, quasi fosse radioattivo, tagliente o ustionante, se non avete mai osato farlo leggere a qualcuno, è il momento di recuperarlo, metterlo dentro un bel file ed inviarlo qui, a questo concorso.

Se non lo avete, prendete un foglio e una penna, oppure un computer e una tastiera, e date libero sfogo a ciò che più vi scalda, di amore o di rabbia, di sesso o di cervello, nella carne e nella mente, nella realtà e nell’immaginazione.

Cerchiamo testi da selezionare e li vogliamo sopra le righe, o attraverso le righe, asimmetrici, sghembi, di sbieco, insomma testi liberi per spunto, tema e forma espressiva. Ispirati da una sana, umanissima follia creativa.

Testi in versi o in prosa in cui la vostra vena ispiratrice è stata debordante, guidata da un’emozione febbrile, sincera e intensa, quella che non di rado consente di vedere oltre: gli stati d’animo, le pulsioni, i desideri, la gioia, la rabbia e mille altre sensazioni vibranti e prive di filtri protettivi.

La tematica è del tutto libera (il titolo del concorso non è vincolante e non indica un tema a a cui attenersi). Verranno accolti scritti di qualsiasi tenore espressivo. Verranno esclusi solamente gli elaborati con contenuti offensivi della dignità delle persone, denigratori o con discriminazioni razziali e sessuali.

Per il resto, il campo è libero; e la fantasia creativa sarà un ingrediente molto ricercato e apprezzato in fase di lettura e selezione.

NORME DI PARTECIPAZIONE

Il Concorso prevede la selezione di scritti poetici e narrativi.

Saranno accettati sia testi inediti che testi pubblicati on line o in antologie. Sono accettati inoltre poesie e brani di narrativa estratti da libri autopubblicati (self publishing).

Saranno invece esclusi testi precedentemente pubblicati in volume cartaceo dotato di codice ISBN.

In ogni caso è richiesto che, all’atto dell’invio, gli autori siano in possesso dei diritti relativi agli elaborati da loro inviati. L’invio corrisponde ad un dichiarazione in tal senso.

LETTURA E SELEZIONE

Mano a mano che perverranno, alcuni dei testi migliori potranno essere inseriti, indipendentemente da quella che sarà la classifica finale del Concorso, nella rivista telematica DEDALUS: corsi, testi e contesti di volo letterario, http://www.ivanomugnainidedalus.wordpress.com . L’inserimento dovrà essere concordato tra la redazione e del sito e l’autrice o l’autore dell’elaborato selezionato. Verrà richiesta agli autori una dichiarazione in cui specificano che i testi sono inediti, di loro proprietà e liberi da vincoli editoriali.

Nel sito DEDALUS sono presenti, preceduti da un commento introduttivo, liriche, prose e interventi critici di alcune delle voci più significative del panorama letterario contemporaneo e di alcuni autori giovani o emergenti dotati di personalità e talento.

Il Concorso si articola in due Sezioni: POESIA e NARRATIVA.

Si partecipa alla Sezione Poesia con liriche oppure con brevi prose poetiche.

Si può inviare da una ad un massimo di tre poesie. La lunghezza massima è di 50 versi ciascuna. Si potranno inviare, in alternativa, da una a tre prose liriche. Ciascuna di esse dovrà essere contenuta in una sola cartella standard.

La Sezione Narrativa è riservata a scritti in prosa di qualunque tipo e genere (racconti, lettere, considerazioni, divagazioni, brani di diario e qualsiasi altro testo creativo scritto nella forma narrativa).

Per la sezione Narrativa potranno essere inviati da uno a tre elaborati. Ciascuno dovrà avere una lunghezza massima di dieci cartelle (pagine) standard ( usando preferibilmente i font Arial o Times New Roman).

È ammessa in casi specifici la partecipazione con elaborati di lunghezza maggiore alle dieci cartelle, purché il superamento sia contenuto in termini ragionevoli. Il Premio è Elogio alla Follia ma non siamo pronti a ricevere romanzi fiume stile Guerra e pace. Siamo invece disposti ad accettare racconti o brani di romanzo che per poter essere presentati in modo organico necessitano alcune cartelle in più del limite indicato.

* * * * *

Per entrambe le Sezioni del Premio è consentita agli autori la partecipazione con uno pseudonimo o con un nome d’arte.

In tal caso i concorrenti dovranno indicare se in caso di segnalazione o di vittoria vogliono essere indicati nel comunicato stampa con lo pseudonimo con cui hanno partecipato o con il loro nome anagrafico.

* * * * *

È consentita la partecipazione ad autori ed autrici di qualsiasi nazionalità.

È consentita la partecipazione con testi in lingua straniera o con testi in una delle lingue o dei dialetti regionali italiani.

In entrambi i casi sarà necessario affiancare al testo un’accurata traduzione in lingua italiana.

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Gli scritti inviati saranno valutati da due Giurie specifiche, una per la Sezione Poesia e una per la Sezione Narrativa.

I componenti delle Giurie sono i seguenti.

Per la Sezione Poesia:

Maria Attanasio (poeta e narratora); Flaminia Cruciani (poeta e archeologa); Silvia Denti (scrittrice, critico letterario ed editrice); Anna Maria Ferramosca (poeta, biologa e critico letterario); Luigi Fontanella (scrittore, poeta, docente universitario, direttore della rivista Gradiva); Ivano Mugnaini (scrittore, poeta e critico letterario); Carlo Pasi (docente universitario e saggista); Valeria Serofilli (insegnante, poeta e presidente di AstrolabioCultura); Antonio Spagnuolo (poeta e critico letterario).

Per la Sezione Narrativa:

Daniela Carmosino (critico letterario e saggista); Marco Ciaurro (filosofo e scrittore); Caterina Davinio (scrittrice, poeta e saggista); Silvia Denti (scrittrice, critico letterario ed editrice); Gianluca Garrapa (scrittore, operatore psicoanalitico e poeta); Francesca Mazzucato (scrittrice e traduttrice); Ivano Mugnaini (scrittore, poeta e critico letterario); Caterina Verbaro (docente universitaria e saggista).

Le Giurie valuteranno tutti gli scritti pervenuti, ciascuna per la Sezione di pertinenza, e proporranno infine a Edizioni Divinafollia una rosa di Finalisti.

I lavori Vincitori (tre per ciascuna Sezione) saranno pubblicati gratuitamente da Divinafollia, con regolare contratto editoriale, in un volume che verrà adeguatamente pubblicizzato e distribuito nelle librerie e tramite i canali telematici.

Il volume sarà presentato con ampio risalto anche alla Fiere del Libro a cui l’Editrice partecipa, tra cui quella di Torino. Gli autori selezionati saranno invitati a presenziare alle presentazioni e incoraggiati ad organizzarne altre, nelle sedi a loro vicine, con il sostegno dell’Editrice. Il libro sarà inoltre pubblicizzato con la mailing-list dell’Editrice e tramite tutti i canali di informazione ritenuti utili ed efficaci.

Sia gli autori finalisti che altri autori i cui lavori saranno ritenuti dalla Giuria particolarmente interessanti e originali riceveranno dall’Editrice una proposta di pubblicazione a condizioni favorevoli.

MODALITÀ DI INVIO

Gli autori interessati devono inviare i loro testi entro il 30 aprile 2018 .

Ciascun elaborato o insieme di elaborati (con le caratteristiche sopra indicate a seconda della Sezione di appartenenza) dovrà essere inviato tramite un unico file in formato Word .doc oppure PDF, allegato ad un messaggio di posta elettronica indirizzato al seguente indirizzo: ivanomugnaini@gmail.com , indicando come oggetto del messaggio: “Concorso Elogio alla Follia 2018”.

Il file con cui vengono inviati gli elaborati deve essere nominato con la Sezione prescelta e con il titolo dell’elaborato o di uno degli elaborati inviati (esempio : Sezione-Poesia-Fantasie-.doc oppure .pdf).

I dati personali dell’autore (nome, recapito postale, telefono, cellulare e indirizzo di posta elettronica) dovranno essere riportati esclusivamente nel corpo del messaggio, non nel file degli elaborati che dovranno essere assolutamente anonimi e privi di qualsiasi segno atto a identificare l’autore.

Nel corpo del messaggio dovrà anche essere trascritta la seguente dichiarazione: “I testi sono di mia esclusiva creazione e proprietà. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del decreto numero 196/2003 nell’ambito del Concorso ELOGIO ALLA FOLLIA – Descritture, divagazioni ossimoriche e variazioni sul tema della follia”.

È previsto un contributo spese di 15 € per la partecipazione a una delle due Sezioni previste (Poesia e Narrativa).

Nel caso in cui il concorrente desiderasse partecipare ad entrambe le Sezioni la quota è di €20.

La quota può essere pagata tramite ricarica della Carta Postepay numero 5333 171039936733 intestata a Ivano Mugnaini (codice fiscale MGNVNI64H12L833T), oppure tramite bonifico bancario: IBAN : IT58T0103024800000063126022 intestato a Ivano Mugnaini. Indicare in entrambi i casi come causale del versamento: “Iscrizione Concorso Elogio alla Follia 2018”.

È richiesto l’invio di una copia scannerizzata o di una fotografia della ricevuta del versamento nella mail con cui vengono inviati i testi.

La partecipazione al Concorso implica l’accettazione del presente regolamento in tutti i suoi punti.

Il corretto ricevimento del messaggio e del file con i testi e la ricevuta di versamento, e la conseguente iscrizione al Concorso, saranno comunicati via e-mail a tutti i concorrenti.

Per agevolare il compito delle Giurie si consiglia di non attendere la data prossima alla scadenza del Concorso, ma di inviare gli elaborati appena si ritiene di averli conclusi e adeguatamente riletti.

Il nome dei Vincitori sarà comunicato sul sito Dedalus, su diversi altri siti, blog e portali letterari e sul sito di Edizioni Divinafollia.

Non è prevista una cerimonia di premiazione tradizionale, con consegna di targhe e diplomi. I nomi dei vincitori e dei finalisti e le loro opere saranno ampiamente pubblicizzati, in rete e tramite gli organi di informazione che diffonderanno la notizia. Potrà essere previsto, inoltre, in una data e una sede che saranno comunicati al termine del Concorso, un incontro informale tra alcuni componenti delle due Giurie e i concorrenti premiati, finalisti e segnalati per l’originalità delle loro opere. In quell’occasione gli autori presenti potranno dare in lettura alle Giurie anche altri loro testi, manoscritti o editi. Ad alcuni autori potrà essere proposta la presentazione dei loro lavori, editi o inediti, in Caffè letterari (tra cui il Caffè dell’Ussero di Pisa) o in biblioteche.

Per maggiori informazioni, o per qualsiasi altra richiesta riguardante il Concorso, scrivete all’indirizzo e-mail: ivanomugnaini@gmail.com

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Libri, piedi, mani, migranti e cercatori di poesia

John Fante in una lettera al suo editore che gli chiedeva se si considerasse uno scrittore di romanzi e racconti o di poesie gli rispose esattamente così: “I am ambidextrous”.
Venerdì prossimo 19 gennaio, alle ore 18.00, al Caffé dell’Ussero di Pisa, nell’ambito degli incontri di AstrolabioCultura, dialogherò con 
Luigi Fontanella del suo romanzo Il dio di New York e del suo volume di poemetti e racconti in versi Lo scialle rosso.

Sarà un’occasione per riflettere sulla vexata quaestio: è meglio essere “ambidestri” nel mondo della scrittura, o “fare” solo poesia o solo narrativa?

Sarà un’occasione per parlare di “Gradiva”, la ormai storica rivista letteraria edita da Fontanella, e gli amici presenti potranno proporre in lettura loro scritti, editi o inediti.

Ci sarà modo, in riferimento al romanzo Il dio di New York, di parlare del vario modo di essere “migranti” e sognatori, “cercatori” di poesia.

Ci sarà modo (e questa è pubblicità, mi rendo conto, neppure troppo subliminale) per parlare del Premio “Elogio alla follia”, della cui Giuria Luigi Fontanella fa parte, il cui bando di concorso che può essere consultato a questo link http://www.ivanomugnaini.it/elogio-alla-follia-concorso-le…/ .

Ci sarà tutto questo e anche di più.
Spero (se potrete e vorrete) che si sarete anche voi.

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ELOGIO ALLA FOLLIA – Concorso letterario

 

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ELOGIO ALLA FOLLIA

Descritture, divagazioni ossimoriche e variazioni sul tema della follia

CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE

Prima edizione

scadenza:  31 marzo  2018

Il presente concorso si ispira al nome dell’Editrice Divinafollia, che pubblicherà in volume gli elaborati vincitori.

Se avete nel famoso cassetto (o anche altrove) uno scritto che avete sempre tenuto in disparte, quasi fosse radioattivo, tagliente o ustionante, se non avete mai osato farlo leggere a qualcuno, è il momento di recuperarlo, metterlo dentro un bel file ed inviarlo qui, a questo concorso.

Se non lo avete, prendete un foglio e una penna, oppure un computer e una tastiera, e date libero sfogo a ciò che più vi scalda, di amore o di rabbia, di sesso o di cervello, nella carne e nella mente, nella realtà e nell’immaginazione.

Cerchiamo testi da selezionare e li vogliamo sopra le righe, o attraverso le righe, asimmetrici, sghembi, di sbieco, insomma testi liberi per spunto, tema e forma espressiva. Ispirati da una sana, umanissima follia creativa.

Testi in versi o in prosa in cui la vostra vena ispiratrice è stata debordante, guidata da un’emozione febbrile, sincera e intensa, quella che non di rado consente di vedere oltre: gli stati d’animo, le pulsioni, i desideri, la gioia, la rabbia e mille altre sensazioni vibranti e prive di filtri protettivi.

La tematica è libera e verranno accolti scritti di qualsiasi tenore espressivo. Verranno esclusi solamente gli elaborati con contenuti offensivi della dignità delle persone, denigratori o con discriminazioni razziali e sessuali.

Per il resto, il campo è libero; e la follia creativa sarà un ingrediente molto ricercato e apprezzato in fase di lettura e selezione.

NORME DI PARTECIPAZIONE

Il Concorso prevede la selezione di scritti inerenti al tema oggetto del Concorso: ELOGIO ALLA FOLLIA – Descritture, divagazioni ossimoriche e variazioni sul tema della follia.

Saranno accettati sia testi inediti che testi pubblicati on line.

Saranno invece esclusi testi precedentemente pubblicati in volume cartaceo dotato di codice ISBN.

In ogni caso è richiesto che, all’atto dell’invio, gli autori siano in possesso dei diritti relativi agli elaborati da loro inviati. L’invio corrisponde ad un dichiarazione in tal senso.

LETTURA E SELEZIONE

Mano a mano che perverranno, alcuni dei testi migliori potranno essere inseriti, indipendentemente da quella che sarà la classifica finale del Concorso, nella rivista telematica DEDALUS: corsi, testi e contesti di volo letterario, http://www.ivanomugnainidedalus.wordpress.com . L’inserimento dovrà essere concordato tra la redazione e del sito e l’autrice o l’autore dell’elaborato selezionato. Verrà richiesta agli autori una dichiarazione in cui specificano che i testi sono inediti, di loro proprietà e liberi da vincoli editoriali.

Nel sito DEDALUS sono presenti, preceduti da un commento introduttivo, liriche, prose e interventi critici di alcune delle voci più significative del panorama letterario contemporaneo e di alcuni autori giovani o emergenti dotati di personalità e talento.

Il Concorso si articola in due Sezioni: POESIA e NARRATIVA.

Si partecipa alla Sezione Poesia con liriche oppure con brevi prose poetiche.

È richiesto l’invio di tre componimenti lirici. La lunghezza massima è di 50 versi ciascuno. Si potranno inviare, in alternativa, da una a tre prose liriche. Ciascuna di esse dovrà essere contenuta in una sola cartella standard.

La Sezione Narrativa è riservata a scritti in prosa di qualunque tipo e genere (racconti, lettere, considerazioni, divagazioni, brani di diario e qualsiasi altro testo creativo scritto nella forma narrativa).

Per la sezione Narrativa potranno essere inviati da uno a tre elaborati. Ciascuno dovrà avere una lunghezza massima di dieci cartelle standard (ogni cartella dovrà contenere 1800 battute, carattere 12, usando i font Arial o Times New Roman). 

È ammessa in casi specifici la partecipazione con elaborati di lunghezza maggiore alle dieci cartelle, purché il superamento sia contenuto in termini ragionevoli. Il Premio è Elogio alla Follia ma non siamo pronti a ricevere romanzi fiume stile Guerra e pace. Siamo invece disposti ad accettare racconti o brani di romanzo che per poter essere presentati in modo organico necessitano alcune cartelle in più del limite indicato.

* * * * *

Per entrambe le Sezioni del Premio è consentita agli autori la partecipazione con uno pseudonimo o con un nome d’arte.

In tal caso i concorrenti dovranno indicare se in caso di segnalazione o di vittoria vogliono essere indicati nel comunicato stampa con lo pseudonimo con cui hanno partecipato o con il loro nome anagrafico.

* * * * *

È consentita la partecipazione ad autori ed autrici di qualsiasi nazionalità.

È consentita la partecipazione con testi in lingua straniera o con testi in una delle lingue o dei dialetti regionali italiani.

In entrambi i casi sarà necessario affiancare al testo un’accurata traduzione in lingua italiana.

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Gli scritti inviati saranno valutati da due Giurie specifiche, una per la Sezione Poesia e una per la Sezione Narrativa.

I componenti delle Giurie sono i seguenti.

Per la Sezione Poesia:

Maria Attanasio (poeta e narratora); Flaminia Cruciani (poeta e archeologa); Silvia Denti (scrittrice, critico letterario ed editrice); Anna Maria Ferramosca (poeta, biologa e critico letterario); Luigi Fontanella (scrittore, poeta, docente universitario, direttore della rivista Gradiva); Ivano Mugnaini (scrittore, poeta e critico letterario); Carlo Pasi (docente universitario e saggista); Valeria Serofilli (insegnante, poeta e presidente di AstrolabioCultura); Antonio Spagnuolo (poeta e critico letterario).

Per la Sezione Narrativa:

Daniela Carmosino (critico letterario e saggista); Marco Ciaurro (filosofo e scrittore); Caterina Davinio (scrittrice, poeta e saggista); Silvia Denti (scrittrice, critico letterario ed editrice); Gianluca Garrapa (scrittore, operatore psicoanalitico e poeta); Francesca Mazzucato (scrittrice e traduttrice); Ivano Mugnaini (scrittore, poeta e critico letterario); Caterina Verbaro (docente universitaria e saggista).

Le Giurie valuteranno tutti gli scritti pervenuti, ciascuna per la Sezione di pertinenza, e proporranno infine a Edizioni Divinafollia una rosa di Finalisti.

I lavori Vincitori (tre per ciascuna Sezione) saranno pubblicati gratuitamente da Divinafollia, con regolare contratto editoriale, in un volume che verrà adeguatamente pubblicizzato e distribuito nelle librerie e tramite i canali telematici.

Il volume sarà presentato con ampio risalto anche alla Fiere del Libro a cui l’Editrice partecipa, tra cui quella di Torino. Gli autori selezionati saranno invitati a presenziare alle presentazioni e incoraggiati ad organizzarne altre, nelle sedi a loro vicine, con il sostegno dell’Editrice. Il libro sarà inoltre pubblicizzato con la mailing-list dell’Editrice e tramite tutti i canali di informazione ritenuti utili ed efficaci.

Sia gli autori finalisti che altri autori i cui lavori saranno ritenuti dalla Giuria particolarmente interessanti e originali riceveranno dall’Editrice una proposta di pubblicazione a condizioni favorevoli.

MODALITÀ DI INVIO

Gli autori interessati devono inviare i loro testi entro il 31 marzo 2018 .

Ciascun elaborato o insieme di elaborati (con le caratteristiche sopra indicate a seconda della Sezione di appartenenza) dovrà essere inviato tramite un unico file in formato Word .doc, allegato ad un messaggio di posta elettronica indirizzato al seguente indirizzo: ivanomugnaini@gmail.com , indicando come oggetto del messaggio: “Concorso Elogio alla Follia 2018”.

Il file con cui vengono inviati gli elaborati deve essere nominato con la Sezione prescelta e con il titolo dell’elaborato o di uno degli elaborati inviati (esempio : Sezione-Poesia-Fantasie-notturne.doc).

I dati personali dell’autore (nome, recapito postale, telefono, cellulare e indirizzo di posta elettronica) dovranno essere riportati esclusivamente nel corpo del messaggio, non nel file degli elaborati che dovranno essere assolutamente anonimi e privi di qualsiasi segno atto a identificare l’autore.

Nel corpo del messaggio dovrà anche essere trascritta la seguente dichiarazione: “I testi sono di mia esclusiva creazione e proprietà. Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del decreto numero 196/2003 nell’ambito del Concorso ELOGIO ALLA FOLLIA – Descritture, divagazioni ossimoriche e variazioni sul tema della follia”.

È previsto un contributo spese di 15 € per la partecipazione a una delle due Sezioni previste (Poesia e Narrativa).

Nel caso in cui il concorrente desiderasse partecipare ad entrambe le Sezioni la quota è di €20.

La quota può essere pagata tramite ricarica della Carta Postepay numero 5333171039936733 intestata a Ivano Mugnaini (codice fiscale MGNVNI64H12L833T), oppure tramite bonifico bancario: IBAN : IT58T0103024800000063126022 intestato a Ivano Mugnaini. Indicare in entrambi i casi come causale del versamento: “Iscrizione Concorso Elogio alla Follia 2018”.

È richiesto l’invio di una copia scannerizzata o di una fotografia della ricevuta del versamento nella mail con cui vengono inviati i testi.

La partecipazione al Concorso implica l’accettazione del presente regolamento in tutti i suoi punti.

Il corretto ricevimento del messaggio e del file con i testi e la ricevuta di versamento, e la conseguente iscrizione al Concorso, saranno comunicati via e-mail a tutti i concorrenti.

Per agevolare il compito delle Giurie si consiglia di non attendere la data prossima alla scadenza del Concorso, ma di inviare gli elaborati appena si ritiene di averli conclusi e adeguatamente riletti.

Il nome dei Vincitori sarà comunicato sul sito Dedalus, su diversi altri siti, blog e portali letterari e sul sito di Edizioni Divinafollia.

Non è prevista una cerimonia di premiazione tradizionale, con consegna di targhe e diplomi. I nomi dei vincitori e dei finalisti e le loro opere saranno ampiamente pubblicizzati, in rete e tramite gli organi di informazione che diffonderanno la notizia. Potrà essere previsto, inoltre, in una data e una sede che saranno comunicati al termine del Concorso, un incontro informale tra alcuni componenti delle due Giurie e i concorrenti premiati, finalisti e segnalati per l’originalità delle loro opere. In quell’occasione gli autori presenti potranno dare in lettura alle Giurie anche altri loro testi, manoscritti o editi. Ad alcuni autori potrà essere proposta la presentazione dei loro lavori, editi o inediti, in Caffè letterari (tra cui il Caffè dell’Ussero di Pisa) o in biblioteche.

Per maggiori informazioni, o per qualsiasi altra richiesta riguardante il Concorso, scrivete all’indirizzo e-mail: ivanomugnaini@gmail.com

 

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Alla casa di Dante

Scusandomi per il ritardo, propongo un resoconto (tratto dal sito Pianeta Poesia http://www.pianetapoesia.it/?p=410)  della mia presentazione alla Casa di Dante a Firenze del 14 marzo scorso.
Pianeta Poesia

PIANETA POESIA fa parte dell’ASSOCIAZIONE NOVECENTO POESIA diretta da Franco Manescalchi.

La bellezza del luogo, le suggestioni artistiche e letterarie e la partecipazione attenta dei presenti mi hanno consentito di annotare belle sensazioni da inserire “nel cammin  di nostra vita”. Copio, sperando di non essere mandato all’Inferno. Oppure sì: la compagnia descritta dal Poeta è molto interessante.
Ringrazio i relatori e i lettori, di cui riporto qui di seguito le note e i commenti. IM

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La presentazione è iniziata con il benvenuto della Presidente del Circolo degli Artisti, Graziella Marchini.

Poi Annalisa Macchia ha presentato l’autore, elencandone le molteplici attività e opere, ed ha letto la propria nota critica:

Scarne, essenziali le notizie biobibliografiche di Ivano Mugnaini presenti su questo libro, in perfetta sintonia con il carattere schivo e modesto dell’autore (pregevole e rara virtù, oggi, tra gli scrittori), nonostante l’eccellenza della sua attività letteraria e critica, caratterizzata da un autentico amore per la parola, in ogni sua artistica declinazione. Molto sinteticamente ricordo che Mugnaini è autore di romanzi, racconti, poesie, recensioni, note critiche; collabora con riviste ed  editori, ha curato una rubrica sul sito della Bompiani RCS, cura un blog letterario tutto suo, “Dedalus”, www.ivanomugnainidedalus.wordpress.com e il sito www.mugnaini.it, dove sarà  facilmente rintracciabile una nota biobibliografica più ampia e dettagliata.

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Certamente può essere utile appropriarsi delle note bibliografiche di un autore per inquadrarlo, capire a grandi linee come si articola la sua scrittura, tuttavia non è sufficiente per percepire a pieno le sue potenzialità, quanto riesce a trasmettere con la parola, quale vita sa ricreare nelle pagine, quanto di sé sa comunicarci. Leggere le sue opere resta un’inevitabile e spesso sorprendente via. Avventurarsi in questo specchio di Leonardo, dunque, aiuterà indubbiamente il lettore a conoscere meglio la personalità del grande artista-genio toscano, ma, e non in misura inferiore, anche quella di chi l’ha scritto.

Il romanzo, precisa l’autore, è stato ispirato da un film-documentario su Leonardo da Vinci, alle prese con lo studio sugli specchi, cui il genio si dedicò a lungo per scopi scientifici e militari, suscitandogli interrogativi sul possibile rapporto tra il genio toscano e la sua immagine speculare, con tutti i contrasti che potevano derivarne.

Così, dall’incontro casuale con un sosia, di identico aspetto fisico, ma diversissimo come carattere e inclinazioni, Manrico, nasce e si sviluppa questo romanzo, non ascrivibile al genere “romanzo storico” perché molti sono gli elementi romanzati della vicenda, anche se la ricostruzione storica dell’ambiente è fedele e ricrea una perfetta cornice di paesaggi e situazioni per i personaggi che vi si muovono.

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Come sottolinea Giuseppe Panella, autore di un ampio saggio critico che precede il testo, il romanzo non può nemmeno essere comparato, trasportati nostro malgrado dall’onda di una potente pubblicità, a una delle tante sensazionalistiche emulazioni nate in seguito alla fortuna del Codice da Vinci di Dan Brown. Il romanzo di Mugnaini affonda le sue radici in ben diversi terreni, possiede una personalità propria (anzi due…), ben delineata e tratteggiata, seppure inserita nella vastissima corrente delle tematiche trattate.

Quest’opera, afferma Giuseppe Panella, è uno scavo in profondità nella mente di Leonardo supportato da una notevole ricostruzione del suo percorso biografico che non pretende tuttavia di rivelare verità storiche nuove o sorprendenti quanto di puntualizzare e di ricostruire ciò che è noto della dimensione umana del personaggio, tentando di farlo interagire con le proprie contraddizioni.”

Un’opera che si situa sia tra le molteplici, varie e variegate altre opere sul geniale artista toscano, dopo aver solleticato la fantasia, gli studi e la voglia di indagine di tanti autori nel corso dei tempi,  sia in quelle, ancor più numerose, che, fin da epoche assai anteriori a quella di Leonardo, si destreggiano con l’inesauribile tematica del doppio. Non ci sarebbe che l’imbarazzo della scelta nell’enumerarle, ma, forse, la mente corre più facilmente ad alcune, famosissime, giocate sulla tragedia, come: Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde di Stevenson, Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde, Il fu Mattia Pascal  o anche Uno, nessuno e centomila di Luigi Pirandello; oppure a quelle in chiave più surreale come Il visconte dimezzato di Italo Calvino o L’uomo duplicato di José Saramago; ma anche alla godibilità del “doppio” giocato da Plauto, Shakespeare e dal nostro Goldoni.

Il “doppio” di Ivano interpreta il desiderio inappagato che ciascuno di noi ha di comprendere la natura umana in ogni sua misteriosa sfumatura, cercando se stesso negli altri e in ciò che ci accade intorno. Aspirazione, a maggior ragione, drammaticamente vissuta da Leonardo, dotato di un genio capace di creare bellezza e scienza così magistralmente da essere difficilmente superato da altre menti e mani della sua epoca, senza tuttavia riuscire, per la intrinseca limitata natura umana, a comprendere fino in fondo la ragione della sua creatività, la complessità, la follia e tutti i moti spontanei di un io più profondo, costantemente tenuto a bada dall’altro io, quello inevitabilmente soggetto alle soffocanti leggi della società.

L’incontro con il sosia Manrico è per Leonardo l’occasione di affondare in questa oscurità, di scavare impietosamente in se stesso, liberando istinti repressi, lasciandosi coinvolgere poi da insolubili contraddizioni, tormentato dal continuo struggimento di non trovare adeguata finitezza alla sua sete di sapere e nel suo operato. Cercherà di mettere quest’io nei suoi ritratti. La pittura è per lui lo specchio in cui guardare dentro di sé e risalire alla parte più sconosciuta di se stesso; davanti al suo sosia, il suo specchio umano, capiterà la stessa cosa. Crederà di essersi ritrovato in parte, ma dovrà prendere tragicamente atto del suo fallimento, poiché l’io di entrambi, come quello di ciascuno di noi, è in continua evoluzione, sfuggente, ambiguo, inafferrabile.

Particolarmente interessante, nella nota critica di Panella, è il duplice riferimento, opportunamente presentato nel testo in maniera speculare, alla Introduzione al metodo di Leonardo da Vinci del 1894 di Paul Valery e al saggio biografico su Leonardo di Sigmund Freud, scritto nel 1910.

Si tratta di due tra le più autorevoli e significative analisi su questo personaggio, profondamente diverse, come diversi sono i loro autori e le origini, ma capaci di mettere in luce le altrettanto diverse facce di Leonardo: il rigore scientifico che convive con la grazia delle sue opere artistiche, ovvero la natura solare di artista-scienziato evidenziati da Valery e, scandagliata da Freud, la resistenza al piacere, l’inquietudine interiore, la genialità misurata in rapporto alla vitalità sessuale.

Affidando alla parola scritta, come l’autore fece a suo tempo anche nella raccolta poetica  Il tempo salvato, un’operazione di scandaglio nei meandri più profondi dell’essere, attraverso cui si possa arrivare a conoscere qualcosa di più di noi stessi, letterariamente scavalcando ogni barriera temporale, Mugnaini guida il suo Leonardo in questa particolare ricostruzione al contempo biografica e romanzata.  Nell’umanissima figura umana che ne emerge, combattuta tra dubbi e incertezze, tra complessità e linearità, tra luce e buio, tra bene e male, si percepisce bene quanto lo scrittore si identifichi con il suo personaggio, con lui immerso nell’ansia di una ricerca di verità sfuggente, che mai si rivela nella sua pienezza, perché al Vero è concesso solamente avvicinarci.”

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A questo punto Valeria Serofilli, dell’Associazione Caffè dell’Ussero, di Pisa, ha letto alcuni brani dell’opera.

L’intervento di Giuseppe Baldassarre è iniziato portando i saluti di Giuseppe Panella, che non ha potuto partecipare, per impegni di lavoro lontano da Firenze, e leggendo alcune righe dall’Introduzione al libro fatta dallo stesso Panella. Se ne riporta una parte: ” Il libro di Mugnaini è un romanzo, anzi una biografia romanzata simpatetica e allucinata, attraversata dai brividi dell’approssimarsi alla verità, dal timore di non poterla raggiungere. Ma ogni biografia (e, aggiungo, ogni autobiografia) è il romanzo che il suo protagonista non ha avuto il tempo o il coraggio di scrivere. Lo specchio di Leonardo è un sogno della Storia e, come tutti i sogni che si sono avverati, parla un linguaggio fatto di poesia e di sapiente accostamento al vero.”

Poi Baldassarre ha esposto alcune riflessioni critiche, che qui si riportano sinteticamente.

La tensione vitale dell’ambivalenza
Lo specchio porta a un riflesso asimmetrico, che porta a riflettere sull’identità, le due figure non sono un raddoppio, ma un invito a tentare una sintesi che si rivela impossibile. Ma il punto di partenza è ormai superato, per cui c’è evoluzione, necessaria. Che può anche non trovare l’ubi consistam, se non momentaneo. Ma avviene, per caso e per scelta.

Il genio è scontento, insoddisfatto ed ha bisogno di esperire le sue possibilità. Nel caso di Leonardo alla sublimazione degli istinti vitali fa da contralto e contrasto la sensazione, la carnalità, a partire dalla sessualità istintiva. Leonardo e Manrico rappresentano i due poli, la cui tensione è forte e vitale, ma si scopre via via impossibile da armonizzare. Manca la sintesi armoniosa, resta l’ambivalenza, e la scontentezza. E’ un’interpretazione romantica del personaggio simbolo del Rinascimento.

Anche il prodotto artistico è incompleto se non c’è la fusione degli elementi contrastanti: la bellezza diventa statica senza la vitalità degli istinti. A parte le altre opere portate a termine o incompiute, simbolo di questa situazione diventa la Gioconda, che l’artista porta con sé e rifinisce continuamente, ma non ha sorriso. E’ un gesto dirompente di Manrico, espressione degli istinti originari, che la fa diventare pienamente donna e allora appare il sorriso. Suggestiva e inaspettata soluzione artistica che porta alle estreme conseguenze la teoria freudiana della sublimazione artistica. Scelta originale di Mugnaini, che la carica di una valenza artistica anticipatrice di una certa arte performativa del Novecento.

Il linguaggio del romanzo è misurato, ma incisivo, carico di parole e immagini concrete. La narrazione è sempre verisimile. Il lettore si trova subito immerso, in modo del tutto naturale, nell’ambiente e nel tempo della seconda metà del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento.

Se l’autore entra in piena sympàteia con il suo personaggio, non è richiesta l’immedesimazione del lettore con Leonardo, anche perché colto in questa fase di schizofrenia, in cerca lui stesso di unitarietà, probabilmente non raggiungibile. La narrazione di Mugnaini, in compenso, rende il grande artista uno di noi, lo porta tra noi. E  questo, insieme ad altri,  è certamente un grande merito dello Specchio di Leonardo.”

Valeria Serofilli ha letto alcune pagine del libro.

E’ quindi intervenuto l’autore che ha dialogato con i relatori e con il pubblico in merito al libro, alla tematica e al proprio metodo di scrittura.

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