Pensando alla politica odierna, mi sono venuti in mente due scritti: uno su Jonesco, e uno sul tema specifico, che ho scritto anni fa. Ho optato per il secondo perché contiene citazioni di autori e politici ancora attualissime.
Anche se, soprattutto, mi è venuto in mente il monito del mio amico Paolo: mentre noi cerchiamo la parola bella senza fare altro loro… fanno esattamente quello che vogliono. (Sono stato abbastanza elegante). IM
LA LINEA DI CONDOTTA
Alcune osservazioni sulla politica
In Diario d’antepace Max Frisch osserva: “Chi non si occupa di politica, ha già preso quella decisione politica che voleva risparmiarsi: serve il partito al potere”.
André Malraux, invece, afferma che “Non si fa politica con la morale, ma nemmeno senza”. Questa frase andrebbe fatta scrivere sui banchi e sulle poltrone dei deputati. Ma sono convinto che, anche con tale monito stampato a colori sulla pelle, alcuni politici dall’ampio sorriso mi direbbero, seri e compìti, che non ho capito nulla della natura profonda della loro attività. Mi schiafferebbero contro, con parole loro, le frasi dello scrittore austriaco H. Behr, il quale, con sublime realismo sosteneva che: “La politica è giusto l’arte di intendersi tanto sul proprio vantaggio che su quello del prossimo e sfruttare questo per quello, e mentre ci si serve del prossimo far sì che egli debba pensare che lo si serve”.
Qui, chiaramente, sarei al tappeto, in pieno KO. E qualcuno comincerebbe ad accendere gli stereo per cantare gli inni del bunga-bunga. Per rialzarmi, trovando forza e stimoli per riprendere il match, mi necessiterebbe un po’ di umorismo. Magari basato sul sentimento del contrario, per dirla con Pirandello.
Quando penso alla nazione in cui vivo, la quiete svanisce, prima, dopo e durante la tempesta. Non mi aiutano certo a recuperarla le parole tratte da La vita agra di Luciano Bianciardi: “La politica ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere”. Tuttavia, in virtù di quel gusto amaro che c’è nella malinconia, o semplicemente per mettere in pratica l’esclamazione di Nanni Moretti, “andiamo avanti così, facciamoci del male”, proseguo con la lettura del libro di Bianciardi e arrivo a scovare la seguente ineludibile sentenza: “La bontà di un uomo politico non si misura sul bene che egli riesce a fare agli altri, ma sulla rapidità con cui arriva al vertice e sul tempo che vi si mantiene”. Qui, se si potesse rendere “multimediale” questo mio scritto, risuonerebbero le fatidiche note della Nona di Beethoven. E, all’unisono, comparirebbe la dentatura smagliante di qualche politico mediatico.
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