ROSSOMETILE – intervista e presentazione del disco “Desdemona”

La rubrica A TU PER TU ospita oggi i ROSSOMETILE e il loro album “Desdemona”.
Nell’intervista ci parlano della loro musica,  ma anche del connubio tra realtà e dimensione onirica,  delle assonanze, etno, gothic, symphonic, di Poe e di  Hesse, di “Storie d’amore e di peste”, di “Narciso e Boccadoro” e di mille altre suggestioni rese musica e armonia.
Buona lettura e buon ascolto a tutte e a tutti, IM
                        A TU PER TU 
                      UNA RETE DI VOCI
L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.
Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine.
Le domande, in parte “personalizzate” e in parte ricorrenti, permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira.
Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.    IM

Intervista

ai

Rossometile

Con particolare riferimento al disco Desdemona

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

La prima domanda è “di prassi”: potete fornire un vostro breve “autoritratto” ai lettori di Dedalus?

La band nasce a Salerno nel 1996 per iniziativa mia e di Rosario Runes Reina. Da subito la nostra idea è quella di fare inediti dalle sonorità metal contaminando il sound con altri generi musicali. Negli anni abbiamo avuto vari cambi di formazione cosa che ha influenzato la nostra discografia e che ci ha portato a realizzare album stilisticamente diversi tra loro. Nel 2010 entra a far parte della band Pasquale Pat Murino al basso e nel 2019 Ilaria Hela Bernardini diventa la nuova voce della band con la quale abbiamo realizzato Desdemona.La band nasce a Salerno nel 1996 per iniziativa mia e di Rosario Runes Reina. Da subito la nostra idea è quella di fare inediti dalle sonorità metal contaminando il sound con altri generi musicali. Negli anni abbiamo avuto vari cambi di formazione cosa che ha influenzato la nostra discografia e che ci ha portato a realizzare album stilisticamente diversi tra loro. Nel 2010 entra a far parte della band Pasquale Pat Murino al basso e nel 2019 Ilaria Hela Bernardini diventa la nuova voce della band con la quale abbiamo realizzato Desdemona.

(ha risposto Gennaro Rino Balletta)

 

2 ) Il nome del vostro gruppo da cosa nasce? Lo avete scelto per le suggestioni e le assonanze o anche per i significati che racchiude?

Il rosso di metile è un composto chimico, un indicatore di acidità. A un certo valore di pH il rosso di metile determina l’immediata colorazione rossa di una soluzione incolore. Pensammo che sarebbe stato originale immaginare di trasporre in musica il fenomeno cromatico che avviene in chimica col rosso di metile. E così unimmo le parole “rosso” e “metile” creando il nostro “rossometile”. 

(ha risposto Rosario Runes Reina)

3 ) Una domanda puramente “estetica”, ma, si sa, la forma è anche sostanza. La copertina del vostro quinto progetto discografico, Desdemona, è di notevole impatto, visivo ed emotivo. Vi va di parlare di come è stata scelta e di come si collega ai contenuti del disco?

La copertina del disco è stata disegnata dal grafico polacco Adam Andrearczyk ed ha come protagonista una figura femminile radicata nella natura in un contesto autunnale, letteralmente una donna-albero che emerge dal suolo e si erge in tutta la sua magnificenza, scuotendo la chioma ricca di foglie ormai morte. L’illustrazione non è stata creata ad hoc, l’abbiamo trovata casualmente sul web. Ci è sembrata adatta a rappresentare la musica di Desdemona perché, oltre al fatto che la figura della donna è centrale nella nostra musica, il paesaggio circostante e gli elementi della natura a nostro avviso rimandano al susseguirsi delle stagioni – quindi ai cambiamenti e allo scorrere del tempo – ma con un forte riguardo verso ciò che siamo veramente – le radici salde che ancorano la donna al terreno – e il desiderio comunque di anelare a qualcosa di più e a crescere – i capelli-rami che si protendono verso il cielo, scrollandosi di dosso le foglie morte che rappresentano il passato.

Nel nostro disco abbiamo voluto rappresentare, tra le altre cose, come ogni fine sia in realtà l’opportunità per un nuovo inizio. Ogni cambiamento, anche drastico, ci muta e ci fa crescere se riusciamo a utilizzarlo bene per la nostra formazione, e anche la fine più definitiva come quella della morte in realtà nasconde un nuovo inizio, non solo per chi muore ma anche per chi partecipa della morte, delineando un ciclo infinito e celebrando la magnificenza della vita.

(ha risposto Ilaria Hela Bernardini)

4 ) In qualche modo si ricollega alla precedente anche questa domanda: le tracce di Desdemona parlano di tematiche complesse, scomode. Legate alle dinamiche più problematiche della nostra società e del nostro tempo. Ma c’è anche attenzione alla “fruibilità”, alla creazione di accordi ed atmosfere godibili sul piano estetico, emotivo, tra realtà e dimensione onirica. Questa conciliazione nasce in modo spontaneo è frutto di una ricerca?

La conciliazione è frutto di ricerca e di un’attenta scelta di accordi, strumenti e liriche – i suoni delle parole sono molto importanti! – ma sicuramente questa ricerca deriva da un’istintiva propensione a creare qualcosa di bello, spettacolare e stimolante per l’ascoltatore. Possiamo dire che il confine tra spontaneità e razionalità nel nostro caso è molto labile! Anzi, probabilmente le due cose si completano a vicenda.

(ha risposto Ilaria Hela Bernardini)

5) Un’altra domanda ricorrente di questo ciclo di interviste: potete parlarci del vostro rapporto più intimo con questo vostro recente lavoro? Le emozioni sul piano personale e cosa rappresenta in questo momento per voi come persone prima ancora che come musicisti.

Desdemona è senz’altro un album molto spirituale ed è l’album musicalmente più ricco in confronto a tutti i precedenti. L’utilizzo dell’orchestra è l’aspetto più evidente di tale differenza. Sono presenti inoltre delle sonorità etno del tutto nuove che implicano una classificazione più ampia rispetto al gothic metal. Desdemona per me rappresenta quindi una maturazione, ma andando ancora più in profondità direi che si tratta di un nuovo inizio, sia per l’ingresso nella band di Hela ma anche per l’espansione degli orizzonti musicali in esso contenuti.  

(ha risposto Rosario Runes Reina)

6 ) Altra curiosità, mia e non solo:

c’è qualcosa che è già stato segnalato dalla critica che a vostro avviso è particolarmente consono a ciò che pensate e sentite?

La critica ha colto gli aspetti essenziali di quest’album e questo significa che il messaggio che volevamo lanciare era chiaro e comprensibile. In particolare la critica ha evidenziato il rilevante lavoro vocale che contraddistingue l’album, molto articolato ed evocativo, e questo è perfettamente attinente la nostra idea di musica in quanto la vocalità è al centro delle nostre composizioni.

(ha risposto Rosario Runes Reina)

7 ) Desdemona è il prodotto dell’evoluzione naturale del vostro stile e delle tematiche a voi care oppure rappresenta un momento di svolta, un passo in una direzione in parte nuova?

Direi che è entrambe le cose. Desdemona rappresenta il risultato di un percorso di maturazione che ha fatto la band ma allo stesso tempo rappresenta anche una svolta per quanto attiene il sound. In particolare alcuni elementi gothic e symphonic che in passato erano presenti soltanto come accenni nella nostra musica, hanno trovato in quest’album consacrazione e quindi hanno tracciato una nuova strada per il nostro futuro. In effetti pensiamo che gli arrangiamenti e le scelte che abbiamo fatto in Desdemona saranno presenti anche nelle nostre future composizioni e quindi, in questo, Desdemona rappresenta per noi una svolta rispetto al passato.

(ha risposto Rosario Runes Reina)

 

8 ) Una domanda “tecnica”: in quale modo è avvenuta nella fase di preparazione del disco la coordinazione tra la musica e il testo?

Generalmente nasce prima l’idea, l’argomento di cui il brano tratterà, e spesso anche il titolo; dopodiché si procede con una linea di arrangiamento sia strumentale che vocale. Le parole vengono in genere alla fine, e sono frutto di un lungo e attento lavoro tra me e il chitarrista che può durare anche giorni. Determinante è poi la decisione di cantare in italiano: la scelta delle parole è condizionata non solo dal contenuto, ma anche, sotto un aspetto più tecnico, dalle vocali da utilizzare, alcune più adatte di altre per eseguire certe note o certe frasi musicali.

(ha risposto Ilaria Hela Bernardini)

9 ) La scelta di un personaggio come Desdemona è legata anche alle tue letture di libri? Quali sono i vostri modelli di riferimento, sia letterari che musicali?

Edgar Allan Poe sicuramente ha contribuito a ispirare l’immaginario che c’è dietro la scrittura dei brani, ma anche un autore come Hermann Hesse, con le sue stupende descrizioni della natura, ci ha sicuramente influenzati nel fare musica.

Ogni brano ruota intorno a un’idea di base che affonda le sue radici nelle nostre conoscenze culturali; ad esempio “Storie d’amore e peste”, trae le sue origini dal racconto “Narciso e Boccadoro” di Hermann Hesse e descrive, attraverso la musica folk e il ritmo terzinato, una storia d’amore ambientata nel medioevo durante un’epidemia di peste. Anche la title track “Desdemona” racconta il dolore della donna e la sua storia di disgrazia (quasi analoga a quella della sua omonima protagonista dell’“Otello” di Shakespeare).    

(ha risposto Rosario Runes Reina)

10 ) L’ultima domanda è anch’essa ricorrente e purtroppo ancora di estrema attualità: la pandemia ha causato seri problemi anche gli artisti, impossibilitati in molti casi a lavorare e a poter contare sulle emozioni e sul “feedback” derivante dal contatto diretto con il pubblico. Quali effetti ha avuto la pandemia sul vostro modo di vivere, di pensare e di creare? Credete che la musica possa servire a darci segnali, punti di riferimento e di forza anche in tempi complessi come quelli che stiamo vivendo?

Inutile dire che la pandemia ha tolto a tutti noi musicisti la cosa più bella e cioè quella di poter suonare dal vivo ed esibirsi davanti al proprio pubblico. Abbiamo continuato a produrre nuove cose, anche a distanza tra noi, non ci siamo mai fermati, cercando di restare sempre positivi. La speranza è sempre poter tornare a quella normalità quando si potevano programmare eventi e concerti ed incontrare persone con cui scambiarsi perché no anche un abbraccio. Proprio questo penso sia la cosa che oggi apprezziamo di più, potersi sentire liberi di incontrarsi e stringersi la mano, abbracciarsi e baciarsi e vivere di quelle emozioni semplici che anche attraverso la musica è possibile possano presto ritornare.

(ha risposto Gennaro Rino Balletta)

La situazione attuale ci ha buttati molto giù: ci ha impedito di vederci fisicamente – abitiamo in regioni diverse – e di portare dal vivo il nostro ultimo lavoro, Desdemona. Non ci siamo comunque mai fermati, abbiamo continuato a lavorare a distanza e a creare nuova musica, ed è quasi pronto un altro disco nato per celebrare i nostri venticinque anni di attività, una sorta di “best of” di questo quarto di secolo passato a creare musica. Il nostro desiderio di creare bellezza è motivazione e forza per andare avanti in questo periodo buio della storia umana, e coerentemente col messaggio comunicato – seppure molto tra le righe – nel nostro album, puntiamo a non mollare mai e a continuare ad impegnarci in tutte le maniere rese possibili da questa pandemia.

(ha risposto Ilaria Hela Bernardini)

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