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inizio corso II livello di Scrittura Creativa Emozionale

Ricevo e volentieri condivido da Manuela Minelli e Vanna Alvaro la notizia riguardante questo corso di scrittura creativa emozionale. 
E l’aggettivo “emozionale” è sempre bello da leggere. Porta sempre buoni frutti.
Qui sotto la notizia che ho ricevuto da Manuela Minelli.
Chi fosse interessato a ricevere informazioni più dettagliate può contattare Manuela Minelli e Vanna Alvaro tramite Facebook oppure attraverso il sito Elisir Letterario:  https://elisirletterario.com/ oppure ai numeri riportati nella locandina qui sotto pubblicata.
Buone letture e buone scritture, IM

Locandina corso scrittura emozionale

Elisir di Parole - raccolta di racconti
Cari tutti/e condivido con voi la notizia dell’ inizio corso II livello di Scrittura Creativa Emozionale, delle cui classi precedenti io e l’ altra insegnante, Vanna Alvaro, andiamo super fiere ed orgogliose in quanto gli allievi hanno tirato fuori racconti appassionanti, fantasiosi e ben congegnati e ben 4 di loro hanno vinto premi letterari. Tanto che di tutto questo materiale letterario ne abbiamo fatto un libro di cui sono andare a ruba in un mese quasi 200 copie ( infatti il libro è in ristampa).
Chi volesse info su programmi, modalità di partecipazione, costi (irrisori, euro 400 pagabili in due tranche x circa 30 ore di lezioni totali) può telefonare ai numeri in locandina o scrivere alla mail che trovate sempre lì. 
 PS: lezioni vengono tutte registrate e inviate in automatico al gruppo Whatsapp-classe, per sopperire in caso di perdita lezione oppure per approfondire argomenti trattati.
 Abbiamo ancora 5 posti, le classi infatti sono a numero chiuso per permettere un più efficace svolgimento delle lezioni.

Manuela Minelli e Vanna Alvaro

Elisir Letterario

IBRIDI/ HYBRIDS: il volto alieno della verità

Su invito di Manuela Minelli di “Elisir Letterario”, agenzia di servizi letterari con cui collaboro, ho ricevuto l’invito a tradurre il romanzo Ibridi di Stefano Chiesi Mazzanti.
Durante la traduzione ho avuto modo di apprezzare alcune peculiarità del libro: si tratta di un testo che si colloca nell’ambito della letteratura che in termini ampi potremmo definire “di fantascienza”, più specificamente appartenente all’ambito delle storie dedicate agli Alieni.
Il libro di Chiesi Mazzanti propone tuttavia una versione originale e godibile, ricca di variegati ingredienti: in primo luogo un tono intenso ma allo stesso tempo lieve, a tratti umoristico, che mantiene la storia distante da certi “dogmatismi” e dalle proposte di panecee e rivelazioni assolute. Ciò non inficia tuttavia la cura e il coinvolgimento con cui è proposta la trama, le argomentazioni e l’ampia e dettagliata documentazione che fanno da supporto alle varie tesi e controtesi. Chiesi Mazzanti dimostra un sincero interesse e una passione autentica per gli argomenti trattati, ed esplora, di conseguenza, tutti gli ambiti, osservando angolazioni atipiche e peculiari punti di vista.
            La trama inoltre gli consente di spaziare in domini solo in apparenza distanti dal nucleo principale del romanzo: troviamo excursus nel settore della medicina, della storia antica e moderna, dell’antropologia, della religione, della fisica, della matematica, della genetica, e in mille altre aree del sapere convenzionale e “sperimentale”.
L’altro volto delle cose. Il vero “alieno”, in fondo, il vero oggetto delle esplorazioni e delle indagini, è il volto della verità.
È questo il punto di vista dell’autore: indaga sulla differenza, la distanza, tra ciò che ci hanno fatto credere nel corso dei secoli, per calcoli, per interessi, per volontà di dominio, è ciò che davvero è accaduto e tuttora accade.
            In tal modo l’esperienza spaventosa del protagonista, la sua orrifica, kafkiana metamorfosi, diventa, mano a mano che la trama procede, una sorta di thriller di rilevanza generale, la detective story in cui l’intera umanità viene a conoscenza delle sue reali origini, delle sue vere malattie e delle sole cure possibili per poter sperare, finalmente, in una nuova consapevolezza, nella guarigione e nella rinascita.
            Pubblico qui di seguito (per non togliere ai lettori il gusto di scoprire autonomamente la trama, i suoi imprevedibili risvolti e il finale) un breve ma significativo brano che mi è stato segnalato dall’autore, seguito dalla mia traduzione in inglese del brano stesso.  IM
 

            Chi volesse acquisitare il libro lo trova a questi link: https://www.amazon.it/IBRIDI-chimiche-romanzo-origine-delluomo/dp/B08FP2PVVK

https://www.amazon.it/HYBRIDS-alien-chemtrails-Alien-Trilogy/dp/B08LGVZPVH/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=Hybrids+chiesi&qid=1605190508&s=books&sr=1-1

Stefano Chiesi Mazzanti Scrittore

Biology University: New York

«Strano, non sono riusciti ad analizzarli. Scrivono che il contenitore è stato probabilmente contaminato» disse la biologa leggendo a bassa voce l’analisi di laboratorio.

«Richiederò di fare ulteriori analisi.»

Non ebbe il tempo di appoggiare i fogli che le squillò il cellulare.

«Pronto Samantha? »

«Sì, chi parla? »

«Sono io, Jonathan. »

«Ciao John. Mamma mia che voce!» esclamò Samantha. «Che ti è successo? »

«Niente di grave. Sam. Sono due giorni che non mi sento bene e ho la febbre, devono essere i postumi dell’incidente che ho avuto, ma oggi mi sento molto meglio. A parte la voce» risposi.

L’amica fece un sospiro di sollievo.

«L’importante è che migliori e che guarisci. Devi essere telepatico, stavo proprio pensando a te. Mi sono appena arrivati i risultati delle analisi. »

«Di già? Ottimo Samantha, non credevo che fossero già pronti… allora di che cosa si tratta?»

«Purtroppo sono da rifare, la provetta doveva essere sporca perché non sono riusciti a identificarli, ma li ho già richiesti, li ho chiesti personalmente ad un mio amico che lavora in un altro laboratorio. »

«Appena ho i risultati nuovi ti chiamo. »

«No Sam, io tra due giorni parto per Roma per presentare il mio nuovo lavoro e rimango in Italia per circa un mese. Era per quello che ti ho chiamata. Ti volevo avvertire di non chiamarmi per via del fuso orario, dovresti chiamarmi di notte per rintracciarmi, e tu di notte dormi e quindi ti chiamo io tra una settimana circa, durante una delle mie pause da sigaro.»

«Va bene John, attendo una tua telefonata… fai buon viaggio e auguri per il tuo nuovo libro. »

«Grazie Sam, ci sentiamo tra una settimana circa allora.»

«Ok.»

Click.

La ragazza chiuse la comunicazione ma qualcosa non le quadrava, non era convinta, le analisi di laboratorio difficilmente venivano sbagliate, tutto il personale era il meglio che si poteva chiedere e difficilmente la provetta poteva essere contaminata perché se ne sarebbe accorta pure lei. Doveva chiamare la sua amica Christine e sentire il suo parere. Prese il cellulare e iniziò a scrivere un messaggio “Morgellons”, la parola che aveva spaventato Jonathan. Lei con calma avrebbe fatto tutte le ricerche del caso. Christine era il numero uno per queste cose, a lei non scappava niente ed era informata su tutto. Era una specie di detective. Tutte le volte che aveva dei dubbi o delle sensazioni particolari ne parlava sempre con lei. Christine non era una biologa né un medico, era laureata in Storia e Antropologia, Religioni e Civiltà orientali ma fondamentalmente era l’unica persona che si intendeva un po’ di tutto. Soprattutto del sovrannaturale e delle cose inspiegabili che a volte ci capitano, ma che non osiamo mai dire in giro per non essere presi per pazzi. L’Antropologa aveva creato, anni addietro, un gruppo di lavoro con altri amici per fare ricerche a 360 gradi su tutte le cose che capitavano nel mondo e che la gente riteneva inspiegabili.

Probabilmente, conoscendo Christine, in realtà queste persone cercavano prove dell’esistenza di una vita aliena sulla terra. La frase che formulava sempre Christine Navarra era: la verità di oggi probabilmente non sarà la verità di domani.

Ripeteva sempre che la soluzione a tutti i problemi la trovi in rete. Basta usare il proprio istinto e la propria intelligenza, ma soprattutto diceva che l’importante era di non farsi mai condizionare dal mondo esterno, dalla società. Christine era proprio una tipa strana, ma se avevi una domanda, lei una risposta l’aveva, anche se spesso discutibile. Quella sera potevano cenare insieme, Christine abitava a Brooklyn, mentre il laboratorio era in Washington Square, praticamente li divideva il ponte. Erano già le otto di sera, Samantha scese le scale, uscì dal laboratorio e salì sulla sua Jeep Bianca.

«Pronto?»

«Sì, pronto chi parla? »

«Ciao Christine, sono Sam. »

«Ciao Sam, cosa succede? Ti sento male, mi stai chiamando dall’auto? Cosa posso fare per te?»

«Si sono in auto. Sei libera? Ho fatto tardi in ufficio e di cucinare non ne ho voglia. Andiamo a mangiare qualcosa insieme? »

«Dipende da dove vuoi andare. Solo cibo sano, come ben sai» rispose Christine.

«Certo. Certo, solo cibo sano. Pizza? »

«Vada per la pizza. Solito posto? »

«Solito posto, troviamoci da Sorbillo! A proposito Christine, ti ho mandato un messaggio con una parola, quando hai tempo cerca di scoprire di cosa si tratta.»

«Sì, Samantha… ho letto il tuo messaggio ed ho già fatto alcune ricerche. »

Biology University: New York

“Strange! They couldn’t complete the test. They write that the specimen was probably contaminated,” said the biologist reading the laboratory analysis in a low voice.

“I will ask for further analysis.”

As she laid the file down, her cell phone rang.

“Hello Samantha?”

“Yes, who’s speaking?”

“It’s me, Jonathan.”

“Hi John, what a sad voice!” Samantha exclaimed. “What happened?”

“Nothing serious Sam. I have had a fever for a couple of days, probably due to the after-effects of the accident. Today I feel much better. Only my voice is still weak”, I replied.

The woman sighed with relief.

“Don’t worry. Just concentrate on feeling better. You must be telepathic, I was just thinking about you. I just got the test results.”

“Already? Great, Samantha! I didn’t think they were ready so soon … so what is it?”

“Unfortunately they have to repeat the test. The specimen must have been dirty because they could not complete the analysis. Anyway I have already asked a friend of mine who works in another laboratory for a new test.”

“As soon as I have the new results, I’ll call you.”

“No Sam, in two days I’ll present my new book in Rome and I stay in Italy for about a month. That’s why I called you. I wanted to warn you not to call me because of the time zone: you should call me at night to find me, and you sleep at night, so I’ll touch you in about a week during one of my cigar breaks.”

“Okay John, I’m waiting for your call … have a good trip and good luck for your new book.”

“Thanks Sam. I’ll call you in about a week then.”

“Ok.”

The girl got off the phone but something was wrong. She was quite bewildered: laboratory tests were very seldom wrong. The staff was the best you could ask for. A test tube was very seldom contaminated, and, in that case, she would have noticed. She had to call her friend Christine to ask her opinion. She took her cell phone and started writing a message: “Morgellons”, the word that had scared Jonathan. Christine would calmly research, make phone calls and look for documents, if she didn’t know what that disease was.

Christine was number one in her field of studies. She had a wide and accurate knowledge and she knew about everything in her domain. She was a sort of detective. Whenever Samantha had doubts or strange feelings, she talked with her. Christine was neither a biologist nor a doctor, she had a degree in History and Anthropology, Eastern Religions and Civilizations but she was the only person I knew who I could define an expert in every scientific sector. Above all, in the supernatural and inexplicable things that sometimes happen. Those that we fear to talk about, because they look too strange or crazy.  Years ago, the Anthropologist had created a working group with other friends to do an accurate and thorough research on all the things that happened in the world deemed inexplicable.

Probably, knowing Christine’s interests, these people were actually looking for an evidence of the existence of alien life on Earth. The favorite sentence of Christine Navarra was the following: “today’s truth will probably not be tomorrow’s truth”. She always repeated that the solution to every problem is online, if you use your instincts and your intelligence correctly. Above all, she said that a free thinker should never let society condition his thoughts and actions. Christine was really a strange girl but if you had a question, she had an answer, although often questionable.

That evening they could have dinner together. Christine lived in Brooklyn, while the laboratory was in Washington Square, just on the other edge of the bridge. It was already eight o’clock in the evening. Samantha came down the stairs, left the laboratory and got into her white Jeep.

“Hello?”

“Yes, hello who’s talking?”

“Hi Christine, I’m Sam.”

“Hi Sam, what’s going on? I can hardly hear you, are you calling me from the car? What can I do for you?”

“Yes, I’m in the car. I was late in the office and I don’t want to cook. Would you like to eat something together?”

“Only if you choose a good restaurant. Only healthy food, as you well know”, Christine answered.

“Sure. Of course, only healthy food. Pizza?”

“Pizza is ok. Usual place?”

“Usual place, let’s meet at Sorbillo’s! By the way, I sent you a message with a word, when you have time try to find out what it is.”

“Yes, Samantha… I read your message and already began a research.”

Profumo di elicriso – stralci della prefazione

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Pubblico qui alcuni stralci della mia nota ad un libro di recente uscita.

Il romanzo contiene una passione forte ma lucida, adeguata alla descrizione dei tempi e della società descritti, la Sardegna di alcuni decenni fa. Come l’autrice stessa ha dichiarato, Profumo di elicriso è stato scritto per conservare la memoria di un episodio realmente accaduto a un suo bisnonno, ultima vittima di una lunga faida, ucciso per la sua sete di giustizia e di legalità quasi mai presenti in quello scorcio di secolo in Sardegna.

La narrazione nasce dunque da una motivazione personale fortissima. Ma riesce ad andare oltre, assumendo, senza forzature, senza vane pretese didattiche e senza tirate morali, un valore più ampio, universale, evidenziando tramite gesti e sentimenti autentici, l’eterno contrasto tra la bassezza e la volontà di elevarsi, tra la violenza e l’aspirazione ad un’esistenza più umana e armonica.

Profumo di elicriso regala, anzi restituisce il gusto di una scrittura sobria ma non sterile e vuota, priva di acrobazie sintattiche e lessicali, numeri da circo ed effetti sbalorditivi, ma mai aliena all’emozione del racconto, la volontà e la necessità dell’affabulazione, qui ulteriormente accentuata dalla profonda motivazione personale, il desiderio di tener vivo il ricordo di un parente che è diventato simbolo della sete di pace e di giustizia di una famiglia. 

Il tono è sobrio, controllato, come se un narratore onnisciente osservasse con disincanto i propri simili, in una sorta di coro, una coscienza collettiva tipica dei piccoli centri a qualunque latitudine. Ma a tratti lo sguardo si apre in un guizzo o in un sorriso, breve, fulmineo, ma in grado di illustrare con efficacia la crudeltà e la solidarietà, la disperazione e la tenacia, la miseria contrapposta alla grandezza dell’animo.

 Alla pubblicazione del libro ho contributo in parte anch’io tramite la lettura, l’editing e la prefazione.

Chi volesse inviarmi in lettura manoscritti inediti di narrativa e poesia, o libri già editi, mi scriva a ivanomugnaini@gmail.com

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