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Estinzione

Estinzione

di Marco Capponi
Edizioni Divinafollia, 2016

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Nella copertina del libro campeggia un quadro di cui è autore lo stesso Capponi. Il quadro in apparenza è rassicurante. In apparenza, appunto. Ed è in questo aspetto esteriormente quieto, geometrico, razionale, che si nascondono profondità e ombre, spazi per riflettere sul lato oscuro della scienza, della mente umana, del presente che anela a diventare futuro diverso, manipolato, geneticamente modificato, potremmo dire. 

Capponi unisce nei suoi libri le sue due grandi passioni: la ragione e il raccontare, la logica e l’immaginazione, o meglio l’ipotesi delle conseguenze della variazione di alcuni dati e parametri di riferimento che sembrano fissi su quel microcosmo complesso e fragile che è il genere umano.

Estinzione immagina un futuro senza tempo, perfino senza morte.

Dovrebbe essere un quieto paradiso. Non è così. Perché ogni azione impone una reazione, un cambiamento nella struttura di un intero sistema, una mutazione nel suo equilibrio instabile e precario che è allo stesso tempo la sua fragilità e la sua unica forza.

L’idea alla base del romanzo è originale e coraggiosa. Capponi la esplora aggiungendovi elementi essenziali e variabili di portata assoluta: l’amore, l’odio, l’orgoglio, la ferocia, la sete di distruzione, il realismo, l’idealismo, l’eros, la poesia…

Un quadro a tutto tondo, nei cui chiaroscuri si intravede la figura umana messa a nudo, analizzata con occhio di scienziato ma anche di letterato. Conservando, a dispetto di tutto, la speranza che non si estingua del tutto la bellezza, la sua possibile, essenziale, viva presenza.

Non guasto con anticipazioni il gusto della scoperta della trama ai lettori interessati.

Mi limito a fare riferimento ad alcuni passaggi del libro, basandomi su due paragrafi della recensione di Rossella Frollà pubblicata sulla rivista Pelagos, a questo link: 

http://www.pelagosletteratura.it/2016/09/15/estinzione-di-marco-capponi/ .

«Un gruppo di scienziati lavora sotto la guida del prof. Franzinelli all’intuizione di uno di loro, Filippo Landi. Si scopre un’ «interazione ordinante» che non disperde energia e informazione ma le organizza e le concentra. Franzinelli si rende conto della possibilità di bloccare ogni processo degenerativo dei sistemi biologici oltre che raffreddare quasi gratuitamente ogni sistema termodinamico. L’«interazione ordinante» va oltre il principio classico dell’aumento dell’entropia dell’universo. Il risultato scientifico sarà quello di trattare la morte, la degenerazione della vita non più come inevitabile. Si renderà possibile la stabilità straordinaria del materiale biologico, superando l’ibernazione e addirittura favorendo il processo di riparazione delle cellule.

Alla applicazione metodologica di tale intuizione seguirà negli anni la mutazione genetica della specie umana. L’interazione ordinante si estende attraverso onde elettromagnetiche che viaggiano nella rete telematica per raggiungere tutti coloro che sono collegati ad essa. Si tratta di un cambiamento epocale che muta il rapporto degli uomini col territorio, con la loro stessa esistenza. Il fine non è più pensabile, né la fine né il tempo se non nella perpetua angoscia del possibile incidente che limita e penalizza l’evitabilità della morte naturale. Questa paura folle costringerà la nuova specie ad abbandonare completamente i mezzi di locomozione aerei e terrestri. Si apre un nuovo eterno pericoloso senso di angoscia».

Qui di seguito il link di un brano del libro letto da Ivano Marescotti.

Di nuovo buona estate a voi, razza non ancora estinta di lettori.

IM