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DODICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “GRADIVA” (2024)

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DODICESIMA EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA “GRADIVA” (2024)

a) Gradiva Publications bandisce la dodicesima edizione del Premio Internazionale di Poesia “Gradiva”. Al Premio si concorre con un libro singolo di poesia in lingua italiana, pubblicato fra gennaio 2022 – maggio 2024. Sono escluse plaquettes. Alla partecipazione sono altresì esclusi libri prefati da membri della giuria. I libri concorrenti non saranno restituiti. Non è prevista quota di partecipazione. I partecipanti possono facoltativamente sostenere, in forma di donazione spontanea e aperta, la non-profit Gradiva Publications, i cui intenti sono quelli di promuovere la poesia italiana nelle maggiori università dei Paesi anglofoni con Dipartimenti di Italianistica. *

b) Al vincitore sarà assegnato un premio di $1000 (mille dollari) e il rimborso al 50% delle spese di viaggio relative al biglietto aereo in classe economica dalla città italiana di partenza al Kennedy Airport. Case editrici o singoli autori devono spedire una copia del loro libro ENTRO IL 30 MAGGIO 2024 (farà fede il timbro postale) a ciascuno dei membri della Giuria sotto elencati con l’indicazione dell’indirizzo, telefono e email di ogni partecipante al Premio. Si prega NON spedire i libri per raccomandata. In alternativa si possono inviare i libri anche in formato PDF via email purché provvisti di copertina, anno di pubblicazione e ISBN.

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A TU PER TU – Laura Corraducci

Le risposte di Laura Corraducci alla domande dell’intervista rivelano la capacità di abbinare il proprio percorso individuale ad una prospettiva ampia, estesa alla comunicazione e all’interazione, fattiva e fertile, con autrici e autori italiani e di altre nazioni.
L’iniziativa “Vaghe Stelle dell’Orsa”, curata dall’autrice, oltre ad avere un nome con bellissime assonanze letterarie e cinematografiche, è un punto di riferimento per la cultura pesarese e non solo.
L’attenzione al dialogo, lo sguardo rivolto a figure femminili di grande rilievo, alla Storia e all’importanza dell’ascolto, sono alcuni dei punti chiave di questa intervista, che, come sempre, vi invito a leggere con attenzione, così come il libro Il passo dell’obbedienza che raccoglie e rende verso e metafora gli stimoli e le fonti di ispirazione.
Buona lettura, IM

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5 domande

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Laura Corraducci

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.
Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?
Grazie a te Ivano per avermi invitata e grazie del benvenuto.  Sono Laura Corraducci, sono di Pesaro, sono insegnante di inglese, poetessa e curatrice della rassegna “Vaghe stelle dell’Orsa” realizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della mia città, quest’anno giunta alla sua settima edizione.
2 ) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni? Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.
Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).
Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.
Il mio ultimo libro si chiama Il passo dell’obbedienza.  È uscito a metà settembre del 2020 per la casa editrice Moretti e Vitali con postfazione di Marco Vitale e nota critica di Giancarlo Pontiggia.
E’ un libro che raccoglie il lavoro di oltre cinque anni, è diviso in cinque sezioni, l’ultima, che è quella che dà il titolo al libro, presenta tre sequenze poetiche dedicate a tre figure femminili: Maria, Giovanna La Pazza e Simona Atzori, danzatrice nata senza le braccia.
Ogni sezione ha in sé, credo, un respiro autonomo ma al contempo un passo che conduce all’altra, la sezione centrale si chiama “Il rovescio della luce” ed è ispirata ad eventi e persone legate per lo più ad episodi della Seconda Guerra Mondiale.  La storia è un elemento che mi sta molto a cuore, ho recentemente scritto un testo teatrale legato ad eventi storici- sempre del Secondo Conflitto- accaduti nella mia terra e dei quali poco si sa.
Il titolo del libro può sembrare scomodo, obbedienza è una parola fuori moda oramai da decenni, in realtà, ab-audire significa, invece, ascoltare e ascoltare è una delle cose più difficili e necessarie di sempre, in poesia come nella vita, dare ascolto alla voce profonda di noi stessi richiede, prima, silenziare tutte quelle che ci gridano sopra, per riuscire a trovarla, a sentirla, e questo vale anche nel rapporto con l’altro, nel dialogo, nel silenzio che posso rivolgere all’altro.

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A TU PER TU – Eleonora Rimolo

A TU PER TU

UNA RETE DI VOCI

La rubrica A TU PER TU – Una rete di voci ospita oggi Eleonora Rimolo.

La giovane autrice salernitana ha saputo ritagliarsi uno spazio e ha ottenuto l’attenzione della critica e dei lettori in virtù di una ricerca personale e autentica, scevra da certi “giovanilismi” di maniera e da certe espressioni roboanti ma prive di sostanza.

Faccio ricorso, per chiarire quanto finora espresso, alle parole di Giancarlo Pontiggia: “La qualità che più sorprende nella giovanissima Eleonora Rimolo è la fermezza della tessitura stilistica: la precisione del suo andare a capo, l’equilibrio finissimo delle soluzioni metrico-sintattiche”.

Anche in questa occasione tuttavia non posso esimermi dal confermare l’invito a leggere l’intervista nella sua interezza.

Si avrà anche in questo caso la conferma della maturità della visione e del progetto e il legame profondo e appassionato con la parola poetica e letteraria.

Buona lettura, IM

L’obiettivo della rubrica A TU PER TU, rinnovata in un quest’epoca di contagi e di necessari riadattamenti di modi, tempi e relazioni, è, appunto, quella di costruire una rete, un insieme di nodi su cui fare leva, per attraversare la sensazione di vuoto impalpabile ritrovando punti di appoggio, sostegno, dialogo e scambio.

Rivolgerò ad alcune autrici ed alcuni autori, del mondo letterario e non solo, italiani e di altre nazioni, un numero limitato di domande, il più possibile dirette ed essenziali, in tutte le accezioni del termine.

Le domande permetteranno a ciascuna e a ciascuno di presentare se stessi e i cardini, gli snodi del proprio modo di essere e di fare arte: il proprio lavoro e ciò che lo nutre e lo ispira.

Saranno volta per volta le stesse domande.

Le risposte di artisti con background differenti e diversi stili e approcci, consentiranno, tramite analogie e contrasti, di avere un quadro il più possibile ampio e vario individuando i punti di appoggio di quella rete di voci, di volti e di espressioni a cui si è fatto cenno e a cui è ispirata questa rubrica.

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5 domande

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Eleonora Rimolo

1 ) Il mio benvenuto, innanzitutto.

Puoi fornire un tuo breve “autoritratto” in forma di parole ai lettori di Dedalus?

Non sarei capace di definirmi attraverso delle linee di confine o delle determinazioni, e se fossi un’artista non saprei mai dipingere un autoritratto; inoltre non mi piace ragionare sulla mia biografia: penso che il nostro tempo ci ponga di fronte all’esasperazione di un egocentrismo che permea la poesia soggettiva portando alla ribalta una serie di opere che propongono al pubblico esperienze personali inadeguate a costituire un’opera letteraria seria. Pertanto, cerco sempre di non dire di me nulla che non sia funzionale al discorso posto in essere.

2 ) Ci puoi parlare del tuo ultimo libro (o di un tuo lavoro recente che ti sta a cuore), indicando cosa lo ha ispirato, gli intenti, le motivazioni, le aspettative, le sensazioni?

Cita, eventualmente, qualche brano di critica che ha colto l’essenza del tuo libro e del tuo lavoro più in generale.

Particolarmente gradita sarebbe, inoltre, una tua breve nota personale sul libro (o sull’iniziativa artistica).

Qualche riga in cui ci parli del tuo rapporto più intimo con questa tua opera recente.

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Gradiva – numero speciale

 

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In ottima compagnia, un mio testo di cronaca “sportivo-esistenziale” sul numero 50 di Gradiva.

È un numero speciale dedicato a: CINQUANTA POETI ITALIANI PER GRADIVA. Nel fascicolo, oltre ai testi dei vari autori, un editoriale del direttore Luigi Fontanella che percorre la storia della rivista.

* * * * *

Riporto qui sotto, per chi fosse interessato, alcune informazioni sulla rivista 

 

GRADIVA

International Journal of Italian Poetry

Editor-in-Chief: Luigi Fontanella ~ Associate Editor: Michael Palma

Quote di abbonamento: 2016 | 2017

«Gradiva» è una delle più longeve riviste di poesia italiana, dedicata in particolare allo studio e alla diffusione della poesia contemporanea. Rivolta a un pubblico internazionale, pubblica testi sia di poeti italiani (con o senza traduzione in inglese) che di poeti stranieri di origine italiana, saggi, note, traduzioni, recensioni e interviste. Oltre a sezioni dedicate a testi inediti e interventi critici, comprende rubriche specifiche curate da singoli studiosi e poeti. Arricchisce la rivista una «Fototeca», archivio fotografico che documenta i principali eventi della poesia italiana, passata e presente.

«Gradiva» is one of the oldest journals of Italian poetry, and is particularly devoted to the study and promotion of contemporary literature. Addressed to an international audience, it publishes texts by Italian poets (with or without accompanying English translations), or of Italian descent, as well as essays, notes, translations, reviews, and interviews. Beyond its regular sections, with original poems and critical contributions, it includes special sections developed by scholars and poets. Among the latest features of the journal is a «Fototeca», a photographic archive documenting the most important events of the Italian poetical scene.

Da questo fascicolo in poi la rivista «Gradiva» è pubblicata dalla casa editrice Leo S. Olschki in Firenze. Dopo questo numero, per ora ancora doppio, la rivista uscirà con cadenza semestrale. Sono molto grato a Daniele Olschki per aver accettato di pubblicare «Gradiva» che, nata nel lontano 1976, ha ormai alle spalle ben trentasette anni di vita, quasi un record per un periodico dedicato esclusivamente alla poesia e alla poetologia italiana. Questa novità trascina con sé anche un significato intensamente paradigmatico: quello di far ‘ritornare’ la nostra rivista al suo alveo materno, pur continuando a mantenere il carattere transnazionale che le è proprio. È, di fatto, a Firenze, con il suo amato/odiato concittadino Dante, che la poesia italiana trova il primo vero iniziatore, senza con questo voler disconoscere la rilevanza storica della Scuola Siciliana e di tanti altri importanti poeti toscani e non toscani che operarono prima e durante la grande stagione dantesca. Questo ritorno alle origini non è, dunque, senza un suo valore fortemente simbolico, che fra l’altro richiama alla mente due versi straordinariamente profetici di Hölderlin: «Difficilmente il suo luogo / abbandona ciò che abita vicino all’origine».
Luigi Fontanella, Premessa al volume 43/44

Prospetto illustrativo


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Ultimo fascicolo pubblicato • Last published issue
2016/2 n. 50


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