Archivio mensile:Febbraio 2020

Ipotesi

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Ils m’ont alors ôté les menottes. Ils ont ouvert la porte et m’ont fait entrer dans le box des accusés. La salle était pleine à craquer. Malgré les stores, le soleil s’infiltrait par endroits et l’air était déjà étouffant. On avait laissé les vitres closes. C’est à ce moment que j’ai aperçu une rangée de visages devant moi. Tous me regardaient : j’ai compris que c’étaient les jurés. Mais je ne peux pas dire ce qui les distinguait les uns des autres. Je n’ai eu qu’une impression : j’étais devant une banquette de tramway et tous ces voyageurs anonymes épiaient le nouvel arrivant pour en apercevoir les ridicules. Je sais bien que c’était une idée niaise puisque ici ce n’était pas le ridicule qu’ils cherchaient, mais le crime. Cependant la différence n’est pas grande et c’est en tout cas l’idée qui m’est venue.

 

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Poi mi hanno tolto le manette. Hanno aperto la porta e mi ha fatto entrare nella gabbia
dell’accusato. La stanza era piena. Nonostante le serrande, il sole filtrava in alcuni punti e l’aria era già soffocante. Avevamo lasciato le finestre chiuse. Fu allora che vidi una schiera di facce di fronte a me. Tutti mi guardavano: l’ho capito, erano i giurati. Ma non posso dire cosa li distingua l’uno dall’altro. Ho avuto solo un’impressione: ero di fronte alla panchina di un tram e tutti questi viaggiatori anonimi stavano spiando il nuovo arrivato per coglierne il ridicolo. So che era un’idea stupida dato che qui non era il ridicolo che stavano cercando, ma il crimine. Tuttavia la differenza non è eccezionale ed è in tutto e per tutto l’idea che mi è venuta in mente.

Albert Camus, L’Étranger, 1942

Arte e Scienza – Antologia de “La Recherche”

Una bella copertina e una bella iniziativa de LaRecherche a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani.
Un modo per ritrovarsi in un volume assieme a cari amici e  per riproporre un mio racconto (che trascrivo qui in calce), un po’ scientifico e molto folle.
Per fortuna, per ora, di pura fantasia.IMNessuna descrizione della foto disponibile.
ARTE E SCIENZA: QUALE RAPPORTO?
[ L’arte della scienza, la scienza dell’arte ]

(disegno di copertina realizzato da Alessandra Magoga)

Al suo interno troverete l’arte e la scienza in 72 autori, a cura di Giuliano Brenna e Roberto Maggiani.

L’antologia è liberamente e gratuitamente scaricabile da queste pagine:

https://www.larecherche.it/librolibero_ebook.asp?Id=245
http://www.ebook-larecherche.it/ebook.asp?Id=245

in formato pdf, epub e mobi per Kindle.

L’antologia è disponibile su amazon.it nel formato copertina flessibile, in due versioni, con interno in bianco e nero e con interno a colori; è possibile acquistare le copie da queste pagine (Il prezzo fissato è quello più basso possibile che amazon ci ha imposto):

Interno in bianco e nero (ISBN: 979-8613138517; € 8,32): https://www.amazon.it/Arte-scienza-quale-rapporto-dellarte/dp/B084QD65SZ/

Interno a colori (ISBN: 979-8612874157; € 37,44): https://www.amazon.it/Arte-scienza-quale-rapporto-dellarte/dp/B084QLDSHT/

Gli autori antologizzati:

Agostina Spagnuolo | Aldo Roda | Alessandra Magoga | Anna Maria Gargiulo | Annamaria Ferramosca | Annamaria Vanalesti | Antonio Spagnuolo | Brunello Gentile | Carmen De Stasio | Claudio Damiani | Corrado Calabrò | Davide Morelli | Denise Grasselli | Eliana Bassetti | Eliana Farotto | Enea Roversi | Enrico Meloni | Enzo Rega | Fabrizio Bregoli | Fernando Della Posta | Franca Colozzo | Francesco Bianconi | Francesca Farina | Francesco Rossi | Franco Buffoni | Gaetano Lo Castro | Giacomo Leronni | Giorgia Pellorca | Giovanna Iorio | Giulia Bellucci | Giuliano Brenna | Gualberto Alvino | Guglielmo Peralta | Irene Grandi | Irene Sabetta | Ivano Mugnaini | Laura Costantini | Loreta Salvatore | Luca Ariano | Lucianna Argentino | Luciano Nanni | Lucio Janniello | Luigi Cannillo | Manuel Paolino | Marcel Proust | Marcello Colozzo | Marco Furia | Maria Angeles Lonardi | Maria Grazia Maiorino | Maria Luperini | Maria Musik | Mariagrazia Dessi | Mariella Bettarini | Michele De Luca | Nicola Romano | Ornella Mamone Capria | Oronzo Liuzzi | Paolo Maggiani | Paolo Polvani | Pietro Rainero | Rita Stanzione | Roberto Maggiani | Roberto Mosi | Salvatore Solinas | Serena Rossi | Sergio Gallo | Silvia Favaretto | Simone Carunchio | Ugo Berardi | Valentina Ciurleo | Valentino Zeichen | Walter Mereu

     L’AMIGDALA

(racconto inserito nell’antologia Arte e Scienza)

            “L’amigdala è un’area del cervello, grande in media come una mandorla, fondamentale nei processi emotivi. Alcuni studi recenti hanno identificato in quest’area profonda del cervello i meccanismi chimici che scatenano, tra gli altri, il sentimento della paura. Non solo. La ricerca ha anche dimostrato che le connessioni tra le cellule nervose che compongono l’amigdala si consolidano di fronte ad una situazione di pericolo. Lo stesso accade per le passioni, l’invidia, l’ira, l’odio, l’amore. La corteccia cerebrale contiene solo i dati astratti, il ragionamento, la conoscenza. Tramite la corteccia si può avere solo un’idea, un “concetto”, delle passioni. È l’amigdala che cattura le esperienze ad alto tasso di emotività. Fornendo ad ogni stimolo il livello ottimale di attenzione, arricchendolo, e, infine, immagazzinandolo sotto forma di ricordo”.
            Ripeto a me stesso, in una sintesi estrema, come per un ulteriore e più probante esame, quanto ho appreso in anni di studio. La teoria, lo spartito mentale mandato a memoria. Oggi però, è davvero arrivato il momento: ho deciso di cambiare. Voglio, anzi devo mutare pelle come un bruco, uno sgusciante serpente. Da esecutore divento creatore. Scelgo io, d’ora in poi, i tempi e i modi, i toni e i colori. Desidero dare vita alla mia musica. Sopra e con un corpo umano.
            Io e Cosimo eravamo amici. Abbiamo fatto l’università assieme. Stessi drammi, stesse sciocchezze, lo slalom gigante tra professori equi e professori infami. Siamo diventati entrambi chirurghi. Colleghi, come nei sogni, nei progetti cullati per mesi e mesi. Colleghi, ma con sbocchi del tutto diversi. Io ora dirigo una clinica di lusso, lui è poco più che un medico della mutua.
            Siamo rimasti in contatto. Mi parla, Cosimo, mi racconta di sé. Senza più leggerezza, senza simpatia. «Un giorno ti batterò» – mi ha sussurrato l’ultima volta al telefono. Sentivo lo stridore degli incisivi nella morsa delle mandibole. «Le cose cambiano, vedrai. A vincere ci tengo. Da morire».
            Ho continuato a sperare che scherzasse. Poi ho riflettuto. Cosimo non scherza mai. Ha preso a tempestarmi di telefonate, a seguirmi con la macchina mattina e sera, a fissare per ore da un’apertura della siepe me e la mia famiglia.
            Ieri ho deciso di chiamare Giacomo. Il mio miglior amico, senza ombra di dubbio. Fratello gemello di Cosimo, due autentiche gocce d’acqua. Anche Giacomo ha studiato con noi, ed è divenuto fatalmente un chirurgo, abile e ambizioso. Con lui, con Giacomo, ho osato confidarmi. Gli ho detto di suo fratello, dei sentieri di follia su cui è incamminato. Gli ho prospettato la soluzione: “disinnescare” Cosimo. Nel solo modo possibile. Disattivando l’amigdala. Una volta scollegata la mandorla avvelenata, l’amato fratello ed amico sarebbe tornato un agnellino. Saggio e mite come un monaco di clausura.
            Con un solo, lentissimo gesto della testa, senza mai guardarmi negli occhi, Giacomo ha acconsentito.
            Ho fatto preparare una sala superattrezzata nei sotterranei della mia clinica. Volevo operarlo io Cosimo. Ma Giacomo mi ha implorato di lasciar fare a lui. Conosco bene l’amore che Giacomo prova per il fratello. Non ho potuto che dire di sì.
            Fa un caldo insopportabile. Forse perché da anni non sono più abituato ad assistere ad un’operazione da semplice spettatore. Giacomo appare calmo, rilassato. Direi persino divertito. Muove rapide e sicure le mani, ma l’intervento procede in modo per nulla ortodosso. Il bisturi tocca punti del cervello da evitare ad ogni costo. Cerco di bloccarlo, ma vengo spinto via da due energumeni che si è portato dietro con la qualifica di “assistenti”. Posso solo guardare. Fino in fondo.
            L’operazione è fallita. Condotta e completata in modo opposto rispetto a quanto stabilito. Solo alcuni punti della corteccia sono stati disattivati. L’amigdala è intatta. Intatta e pulsante. Il reattore nucleare delle passioni è più vivo che mai.
            L’operazione è stata un autentico fiasco. Dal mio punto di vista.
            Guardo meglio il braccio sinistro dell’uomo che ha appena posato il bisturi e si lava con cura le mani. Sotto il gomito c’è una cicatrice che non avevo notato. Inconfondibile. Di forma trapezoidale. L’ultimo rabbioso colpo di becco assestato da una poiana alle braccia torturatrici di Cosimo un attimo prima che le spezzasse le ali.
            L’uomo disteso sul lettino si risveglia gradualmente dall’anestesia. Ha negli occhi uno sguardo di odio infinito adesso. Identico a quello del fratello.
            Entrambi fissano, con interesse per nulla professionale, la mia giugulare che trema di impulsi parossistici.
            Negli ultimi istanti mi aggrappo ad un filo di ironia. L’operazione sbalorditiva, sebbene in maniera del tutto particolare, è avvenuta. Senza alcun intervento sui tessuti e sulle cellule, senza utilizzo diretto di bisturi o laser, la mia corteccia cerebrale è stata completamente scollegata. Resta solo lei ora, minuscola e trionfante: l’amigdala. Perla densa fremente di orrore.
            Sì, l’operazione è degna delle pagine di «Lancet» e del «New England Journal of Medicine». Avrebbe ottime prospettive anche in chiave Nobel. Peccato che nessuno, da questo momento in poi, potrà e vorrà documentarla.
                                                                                                       IM

 

 

Concorso di poesia e narrativa

Per chi volesse cimentarsi, pubblico il comunicato (con indicato il link del regolamento) del Concorso Letterario di Poesia e Narrativa Maria Dicorato indetto da Pro(getto) Scena Edition, Associazione di cui fa parte tra gli altri la scrittrice e drammaturga (e cara amica) Chiara Rossi che mi ha segnalato e consigliato l’iniziativa.
In bocca al lupo (vivo e vegeto) a chi vorrà cimentarsi, un caro saluto e buone ispirazioni a tutti i “dedalonauti”. IM

 

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Comunicato

PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA MARIA DICORATO

I° edizione – scadenza 30 aprile

Premiazione presso Palazzo Cusani – via Brera 13/15 – Milano

Regolamento: http://www.progettoscena.it/progettoscenaedition_regolamento_dicorato/
 
Ha avuto avvio la I edizione del “Premio Internazionale di Poesia e Narrativa Maria Dicorato”. Il Premio è indetto da Pro(getto)scena Edition in ricordo di una personalità che ha operato nell’ambito della cultura e del sociale, ottenendo importanti riconoscimenti ed attestati, tra i quali l’”Ambrogino d’oro”: massima onorificenza concessa dal Comune di Milano.
 
Il Premio, che si rivolge a poeti e scrittori italiani e di nazionalità estera, ha il Patrocinio Culturale della “Camerata dei poeti di Firenze – Sezione Internazionale”. Il sodalizio intellettuale, nato nel 1930, è impegnato a promuovere, sviluppare e perseguire finalità culturali inerenti il campo artistico e letterario.
 
La Giuria, presieduta dal professor Hafez Haidar, scrittore, critico, Candidato al Premio Nobel per la Pace nel 2017 e due volte al Premio Nobel per la Letteratura, individuerà i vincitori per ogni sezione e assegnerà “Premi Speciali” ad opere giudicate di particolare interesse.
 
Il Premio si articola in otto sezioni e relative sottosezioni: (A. Poesia a tema libero; B. Poesia a tema dato: “La solidarietà, camminare insieme”; C. Fotopoesia a tema libero; D. Poetry Slam; E. Sezione Narrativa Edita; F. Sezione Narrativa breve inedita; G. Sezione Saggistica; H. Sezione Diritti Umani – Interculturalità. Regolamento e le modalità di partecipazione si trovano alla pagina http://www.progettoscena.it/progettoscenaedition_regolamento_dicorato/
 
I vincitori verranno avvisati tramite mail, saranno premiati pubblicamente durante la Manifestazione di Premiazione che si terrà presso Palazzo Cusani, via Brera 13/15 Milano.
Durante tale manifestazione verranno letti poesie e brani tratti dalle opere premiate. Si svolgerà inoltre una performance di “Poetry Slam”; i partecipanti avranno a loro disposizione un tempo massimo di tre minuti e si sfideranno davanti a un pubblico che ne decreterà il vincitore tramite votazione segreta.
 
Promozione Concorso
Chiara Redaelli
Per ulteriori informazioni scrivere a segreteria@progettoscenaedition.it

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La verità dei topi

   La verità dei topi  ha un titolo accattivante.
   In fondo siamo tutti un po’ roditori, anche quando sogniamo di essere aquile o farfalle o altri poetici e altisonanti animali. In fondo “rosichiamo” a volte, ma sappiamo anche rosicchiare, ossia sbocconcellare quello che di buono si trova oltre le lame della trappola pronta a scattare puntuale e inesorabile.
   Con Massimiliano Nuzzolo, autore del suddetto libro, ci scambiamo mail in cui parliamo di squadre ideali di cantori della Sanremo della Letteratura che potrebbero però trasformarsi in cantanti alla maniera dei protagonisti di “Amici miei” al concorso per cori di musica solenne, oppure, allo stesso tempo, membri di un’orchestra  di note realmente ispirate . Uno dei possibili dream team che abbiamo idealmente convocato era composto da Vian, Vonnegut, Pelevin, Marquez, Benni, Pennac, Robbins…
   Parlando de La verità dei topi, Massimiliano mi ha scritto che “Questo è un romanzo “surreale” e ad alto tasso di ironia.  So che conosci bene Camus e ciò che pensava dell’ironia. Chiudo il mio percorso tra gli esistenzialisti francesi in maniera irriverente con Boris Vian (il più “psichedelico” degli esistenzialisti), al quale è dedicato questo romanzo. Ma pure scomodo in qualche modo Kurt Vonnegut e Viktor Pelevin. La genesi di questo romanzo è stata lunga. La tessitura e gli incastri meticolosi un po’ alla maniera dei compositori e pittori fiamminghi”.
   Leggendo il libro gli ho dato (volentieri) ragione. Una delle chiavi possibili è in quella locuzione apparentemente interlocutoria utilizzata poco sopra: “allo stesso tempo”. Il romanzo è, allo stesso tempo, giocoso e di sostanza, divertito e serio (serioso no, altrimenti Vian ce le canta e ce le suona, in tutti i sensi).
   Si ride, nel romanzo di Nuzzolo, con un linguaggio che scorre fluido e credibile, ma, al contempo, quando meno te lo aspetti ti trovi a pensare che se viviamo, da bravi topi, in un mondo ribaltato e strampalato, allora in fondo ciò che è assurdo tanto assurdo non è. E  ciò che non è vero, ed appare magicamente fantastico, o infantilmente favolistico, in realtà è vero, è reale, e magari è già presente, solo che non lo vediamo, perché lo guardiamo dalla prospettiva sbagliata.
   Il romanzo di Nuzzolo diverte, ma tra un sorriso e una risata, si insinua, puntuale, il dentino acuminato del pensiero, ironico, e quindi più penetrante. Le domande ci sono tutte, anche quelle fondamentali. Anche il più amletico dei dubbi, ossia se sia meglio morire in un certo modo piuttosto che in un altro. La questione viene posta in termini molto netti e schietti. Non vi rovino la sorpresa. Come indizio vi dico solo che il sottoscritto, in quanto toscano, ha familiarità con uno dei termini dell’enigma, che tra l’altro si lega al titolo.
   In sostanza, il romanzo parla della parola attraverso il gioco e le regole della scrittura, e parla della vita attraverso lo specchio dell’ironia. Due ottime lenti.
   Si tratta di farsi topi, e in quanto topi, curiosi, e di leggerlo, scoprendo pagina per pagina i giochi e le trappole, la verità e il suo contrario. Che poi, magari, è la verità vera.  Ossia la fantasia. E la bellezza è in questo fertile e succoso dubbio.
                                                                                                            IM
 Viaggio, sogno e letteratura. “La verità dei topi” di Massimiliano Nuzzolo

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Premio Internazionale GRADIVA (2020) – settima edizione

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STATE UNIVERSITY OF NEW YORK @ STONY BROOK
SETTIMA EDIZIONE DEL PREMIO INTERNAZIONALE GRADIVA (2020)
La casa editrice Gradiva Publications bandisce la settima edizione del Premio Internazionale Gradiva. Al Premio, sponsorizzato dall’editrice, dal Center for Italian Studies della Stony Brook University e da donazioni private, si concorre con un libro singolo di poesia in lingua italiana, pubblicato fra gennaio 2018 – aprile 2020. Sono escluse antologie e plaquettes.  Alla partecipazione sono esclusi membri della Direzione-Redazione della rivista “Gradiva”.   I libri concorrenti non saranno restituiti. Non è prevista alcuna quota di partecipazione. I partecipanti possono, se vogliono, facoltativamente sostenere in forma di donazione spontanea e aperta, la non-profit Gradiva Publications, i cui intenti sono quelli di promuovere e diffondere scolasticamente la poesia italiana nei Paesi anglofoni.  *
 
Al vincitore sarà assegnato un premio di $1000 (mille dollari), il rimborso al 50% delle spese di viaggio relative unicamente al biglietto aereo in classe economica dalla città italiana di partenza al Kennedy Airport, l’alloggio per due notti presso l’Hilton Garden Hotel della State University di N.Y. e il cenone finale.  Case editrici o singoli autori devono spedire una copia del loro libro ENTRO IL 15 APRILE 2020 (farà fede il timbro postale) a ciascuno dei membri della Giuria, sotto elencati, in ordine alfabetico, con l’indicazione dell’indirizzo, telefono e email di ogni partecipante al Premio.
Si prega NON spedire i libri per raccomandata.
 
ALESSANDRO CARRERA, Modern & Classical Languages, University of Houston, 3553 Cullen Blvd, Room 612, Houston, Texas 77204-3006, USA. 
MAURIZIO CUCCHI, via De Amicis 57, 20123 Milano
LUIGI FONTANELLA, Humanities Building, Room 2126, SUNY, 100 Nicolls Rd., Stony Brook, New York 11794, USA.
IRENE MARCHEGIANI, 303 Mountain Ridge Dr., Mt. Sinai, New York 11766, USA.
ALESSANDRA PAGANARDI, Corso Lodi 37, 20135 Milano, Italia.
 
Presidente Onorario: Dr. Len Marino (senza diritto di voto a cui non va inviato il libro).
Segreteria del Premio: Irene Marchegiani :  gradivasunysb@gmail.com
 
La Giuria selezionerà gradualmente i libri in concorso. Una successiva consultazione determinerà la cinquina finalista. Un’ultima votazione determinerà il libro vincitore del Premio. La cerimonia di premiazione avrà luogo durante il mese di ottobre del 2020, presso il Center for Italian Studies della State University di New York, con sede a Stony Brook, e sarà comunicata all’autrice/autore, con l’obbligo di presenziare alla cerimonia pena il decadimento pecuniario del Premio. Per ulteriori informazioni, si prega contattare la segreteria via email: gradivasunysb@gmail.com   
La Giuria si riserva il diritto di non assegnare alcun premio, ove ritenesse non meritorio o non idoneo il materiale valutato, senza per questo essere oggetto di reclamo o denuncia.
 
* Per sostenere l’attività dell’editrice non-profit Gradiva Publications effettuare bonifico, come donazione spontanea, con spese bancarie a carico dell’ordinante, presso Banco BPM, Sede Firenze 1606, IBAN: IT55 T 05034 02813 000000010982, Swift: BAPPIT22, conto corrente intestato a Luigi Fontanella, che ne rende conto all’Amministrazione di Gradiva Publications.  Spedire la ricevuta scannerizzata via email, oppure per via aerea all’indirizzo amministrativo del Premio: 303 Mountain Ridge Drive, Mt. Sinai, New York 11766, USA.
 
Vincitori delle precedenti edizioni: Sauro Albisani (2013); Maurizio Cucchi (2014); Massimo Scrignoli (2015); Milo De Angelis (2016); Maria Attanasio (2017); Alba Donati (2019). Nel 2018 il Premio non è stato assegnato.
 

 

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Promemoria. Mare e luce

L'immagine può contenere: 1 persona, con sorriso, oceano, cielo, spazio all'aperto e acqua
Ieri è scomparsa improvvisamente Vivetta Valacca.
Era una persona molto seria ma mai seriosa, colta ma mai pedante.
Mi piace ricordarla con questa foto. In quel suo luogo di elezione in cui sorrideva come chi ha trovato la collocazione ideale per il suo corpo, la mente, i pensieri e le ispirazioni. Quasi un anticipo di paradiso.
Lei, così credente, aveva trovato affinità con me, straniero ovunque, che invece ho soltanto le rocce dei dubbi e nessuna isola di certezza. Mi aveva invitato in questo suo luogo di elezione, un privilegio che riservava a pochi. Era come essere invitati all’interno delle stanze più intime della sua poesia. Lei avrebbe detto anima.
Altro piccolo promemoria personale: ricordarsi di essere grati subito, all’istante. Esprimere immediatamente ciò che si deve e si vuole esprimere.
Piccola grande consolazione: guardare il mare e sapere che la poesia rimane.

La luce dell'anima - Zeit Los brennt dieses Licht hier

 

La luce dell’anima 

di Dieter Schlesak e Vivetta Valacca
 nota di lettura di Ivano Mugnaini
Il connubio tra spiritualità e dimensione corporea spesso è di difficile attuazione, nella vita come nell’ambito della scrittura. Spesso le due componenti stridono, o sgomitano, come corridori in un lungo rush finale, per conquistare il traguardo di un predominio in cui l’uno annichilisce l’altro, o comunque lo comprime, lo snatura.
    In questo libro Vivetta Valacca e Dieter Schlesak sono riusciti a coordinare, armonizzare e sintonizzare le due “istanze”, grazie ad un’armonia non forzata, non fittizia, trovata nel profondo, non pianificata ai fini del libro, e quindi credibile, percepibile.
    La sacralità vera passa, necessariamente, attraverso il corpo, strumento ma anche strada, percorso verso qualcosa che è allo stesso tempo qui ed altrove, come la luce di cui parla il libro.
    Qualcosa che brucia, come indica la versione tedesca del titolo, e quindi riplasma, rinnova.
    Un libro intenso, quasi un canto prolungato a due voci, distinte eppure sincroniche e in sintonia reale.
    Poesia lirica e intensa, ma, come indica anche Tonelli nell’introduzione, conscia anche delle realtà del mondo. Amore non come fuga, quindi, non come Arcadia improbabile e asettica. Amore come ricerca, tensione verso ciò che ancora può essere salvato, salvandoci. La parola, il corpo, la mente, la luce e l’ombra. La vita.